MILANO – È come se una grandissima nazione, per esempio la Russia, rischiasse di non avere più da mangiare, né da bere. Non avesse nulla. Un’immagine forte, ma è quella che si ricava dall’ultimo, drammatico, rapporto del ‘Global Network Against Food Crises’ della Fao, di cui riferisce la ong italiana Intersos. “Oltretutto è un’immagine non perfettamente calzante: perché la popolazione russa è di 146 milioni di persone, l’esercito di chi soffre di ‘grave insicurezza alimentare e ha bisogno di un’urgente assistenza umanitaria’ è ancora più numeroso: arriva a 155 milioni. Con una crescita, in un anno, di venti milioni di persone”, sottolinea Intersos.
La ong prosegue dicendo che i dati si spiegano con la tragedia della pandemia ma non solo. Perché il COVID-19 e le misure che un po’ ovunque nel mondo i governi sono stati costretti a prendere per limitarne la diffusione, hanno avuto l’effetto di un “sovraccarico” in una situazione già disperata. La denuncia non è nuova ma stavolta c’è il timbro di una delle più autorevoli organizzazioni nella lotta alla fame. La pandemia e le conseguenti difficoltà economiche hanno solo “aggravato fragilità preesistenti”, quelle determinate dai conflitti armati e dai cambiamenti climatici. Il risultato? Una crescita esponenziale delle disuguaglianze e, appunto, il dato di 155 milioni di persone a rischio alimentare. Col massimo incremento da quando esiste e viene pubblicato il rapporto GNAFC, realizzato come ogni anno dal WFP (World Food Programme) e dalla FAO.
(LaPresse)