Sgambato: “Troppe civiche, il Pd torni al ruolo di guida”

Intervista alla dirigente del Pd Camilla Sgambato: "Ci eravamo opposti al moltiplicarsi delle liste. L’intesa di Napoli con i 5S non è possibile in altre città"

Napoli – I contrasti fra Pd e liste civiche nella coalizione che sostiene il presidente della Regione Vincenzo De Luca vanno risolti e deve essere il partito democratico a esercitare il suo ruolo, anche rinnovando i propri vertici non appena saranno archiviate le elezioni comunali di ottobre. Lo dichiara a “Cronache” la dirigente nazionale dei dem Camilla Sgambato.

Si va ormai verso le elezioni comunali: ci sono ancora i tempi per cambiare gli organismi di partito dove necessario – come anche lei ha chiesto nei mesi scorsi – o a questo punto se ne parla dopo il voto? E questo vale solo per le segreterie provinciali o anche per quella regionale?
Nei mesi scorsi ho affermato, e ne sono tuttora convinta, che siano necessari un rilancio dell’azione politica e un’unità vera per poter rinforzare il ruolo del Pd sia a livello provinciale che regionale. Ma ormai i tempi si sono ridotti perché le amministrative incalzano e, dunque, si può aspettare ottobre, sperando che anche la riduzione dei contagi aiuti l’attività politica.
I contrasti fra i consiglieri regionali Oliviero e Zannini, con dichiarazioni pubbliche molto aspre, sembrano evidenziare la spaccatura nella coalizione di De Luca fra il Pd e le civiche. Come intervenire per ricompattare lo schieramento?
I nodi dell’anomalia delle molteplici sigle civiche a sostegno del presidente De Luca, che noi provammo ad evidenziare fin dall’inizio, opponendoci alla proliferazione delle liste, stanno venendo al pettine. I partiti devono recuperare centralità, che non significa autoreferenzialità, ma devono candidarsi a guidare coalizioni ampie e larghe, mantenendo però identità e visione. E per questo, come dicevo prima, il Partito Democratico deve perseguire unità e rilancio dell’azione politica, se vuole esercitare il ruolo di regia che gli spetta. Ruolo che, purtroppo, in questi ultimi anni non ha svolto, ripeto, né a livello provinciale, né regionale, indebolendo il partito nei confronti degli alleati. Spero che con le agorà ricominceremo a riconnetterci con le nostre comunità e con chi condivide con noi il medesimo impianto valoriale.
Napoli è l’unica grande città dove il Pd è alleato con i 5 Stelle. La formula si può esportare o la situazione del capoluogo di regione è troppo particolare?
L’alleanza con i 5 Stelle era auspicabile dappertutto, ma non è stata possibile in varie realtà locali proprio per le peculiarità dei singoli territori, per percorsi e rapporti diversi che non hanno consentito alleanze pre elettorali.
E a Caserta? I 5 Stelle dal 2015 a oggi non hanno certo appoggiato Marino: l’accordo la convince?
Non mi hanno mai convinto accordi stipulati lontano dai territori. Leggo che il M5S è spaccato sia tra i dirigenti che tra i militanti, né la cosa pare entusiasmare gli altri alleati. Mi auguro che si arrivi ad un accordo, ma, ripeto, ascoltando i territori, non a tavolino.
Le dichiarazioni di Letta sul “caso Ravello” sono un evidente attacco al presidente della Regione. Siamo alla resa dei conti fra il governatore e un partito che non lo ha mai amato? E come si evita la guerra alle Comunali di Napoli con il candidato sindaco Manfredi, espressione di Letta?
Non so esattamente come sia andata la vicenda Ravello, ma se è come dicono i media, credo che il segretario Letta abbia fatto bene a prendere posizione. Peraltro, Speranza è ministro della Repubblica. Questo comportamento ha indotto il neo presidente Scurati, fine intellettuale, alle dimissioni e questo è un vero peccato. Così come è un vero peccato che non ci sia un assessorato alla cultura in una regione come la Campania. Detto questo, io non credo però che si apra un conflitto tra le forze che sostengono Manfredi, proprio per la convergenza ampia e convinta su questa eccellente personalità campana, frutto del gran lavoro della segreteria provinciale, avallato poi dai vertici nazionali.

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