Racket più violento nel post pandemia

L’allarme lanciato da Ferrucci della Fai: l’emergenza virus ha permesso alle mafie di infiltrarsi nell’economia legale di Terra di Lavoro. Azioni aggressive della criminalità per ristabilire il suo dominio sul territorio

CASERTA – Tornare alla normalità: è la speranza che ci ha accompagnato durante i mesi di lockdown, mentre giorno dopo giorno contavamo le vittime del Covid-19, mentre le regioni cambiavano colore, dal rosso al giallo, passando per l’arancione, fino a diventare tutte (o quasi) bianche. Quella speranza, ora, sta diventando realtà. Ma per Terra di Lavoro tornare a ciò che era (e che c’era) prima della pandemia non significa soltanto riassaporare la libertà.

Vuol dire riprendere a confrontarsi pure con aspetti spiacevoli. Come il racket. Perché l’emergenza sanitaria ha fermato anche i malviventi che chiedono il pizzo. Per molti mesi i cantieri sono rimasti al palo e buona parte delle saracinesche di negozi e ristoranti sono state abbassate ‘democraticamente’ per tutti: per chi voleva comprare un paio di scarpe, per chi voleva bersi un caffè e pure per chi voleva spillare denaro con prepotenza. E adesso che le serrande si sono rialzate, oltre i consumatori, anche i malintenzionati stanno ricominciando a bussare alle porte dei commercianti.

“Il pericolo è che ora si mostrino più aggressivi rispetto agli anni scorsi, perché vogliono ristabilire il loro dominio sul territorio”: è l’allarme lanciato da Luigi Ferrucci (nella foto), presidente nazionale della Federazione antiracket italiana.
La pandemia per molte attività commerciali ha rappresentato un ostacolo insuperabile. “Per tante ha rappresentato un colpo di grazia. Hanno chiuso i battenti. Ma c’è stato pure chi per resistere, non riuscendo ad ottenere soldi da canali legali, si è rivolto agli usurai. E uno scenario del genere – ha spiegato Ferrucci – ha favorito l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale”.

Le mafie, approfittando della mancanza di liquidità di tanti operatori commerciali, stretti tra strozzini e indebitamenti con i fornitori, hanno sfruttato (stanno sfruttando) le loro risorse accumulate con le molteplici attività illecite prima diventando ‘soci’ e poi, una volta stretto il rapporto, assoggettarli completamente. L’unico deterrente per fermare questo fenomeno, ha chiarito Ferrucci, è denunciare. “La nostra più grande vittoria – ha ricordato il presidente della Fai – è riuscire ad accompagnare i commercianti vittime di pizzo o usura dalle forze dell’ordine. Solo denunciando possiamo fermare i delinquenti”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome