Nelle ore di gioia immediatamente successive alla vittoria della Nazionale, allenata da Roberto Mancini, nella finale di “Euro 2020” contro l’Inghilterra, a parlare di Attilio Lombardo, assistente allenatore del ct dell’Italia (sposato e padre di due figli. Si chiamano Chiara e Mattia, quest’ultimo cresciuto nelle giovanili della Sampdoria, dopo essere stato per due stagioni il capitano della “Primavera”, ha debuttato in serie A con la prima squadra il 13 aprile 2014 contro l’Inter.
Ha giocato con la Cremonese, Pontedera, Mantova, Pro Vercelli, Reggiana, Reggiana, Lucchese, Monopoli e Sambenedettese), è il cugino Erennio De Vita, storico presentatore del concorso di bellezza più ambito dalle ragazze, Miss Italia. E’ il 6 gennaio 1966, siamo a Santa Maria la Fossa, un paese a pochi chilometri da Caserta. Nel silenzio più profondo della campagna di Terra di Lavoro, tanto verde tra i poderi degli agricoltori, nasce Attilio, un’ala veloce con il fiuto del gol.
E’ il terzo di 4 figli (Pasquale, Alberto ed Angela) di Teresa De Vita e Domenico Lombardo, scomparso qualche anno fa. Dopo alcuni mesi dalla sua nascita la famiglia si trasferì, per motivi di lavoro, a Zelo Buon Persico in provincia di Lodi. E’ proprio nell’oratorio di Zelo che Attilio iniziò con entusiasmo e passione a dare calci a un pallone. Iniziò a giocare in serie C2, diciottenne, con il Pergocrema. Dal 1985 al 1989 giocò in serie B con la Cremonese e fu proprio lui a segnare il rigore decisivo nello spareggio contro la Reggina che portò la squadra lombarda in serie A.
Nell’estate del 1989 fu ceduto per 4 miliardi di vecchie lire alla Sampdoria con la quale vinse lo storico scudetto nella stagione 1990-1991, la Coppa delle Coppe, la Coppa Italia e la Super Coppa Italiana. Nell’estate del 1995 passò alla Juventus di Marcello Lippi vincendo scudetto e coppe. Nel 1997 si trasferì in Inghilterra giocando come calciatore e allenatore nel Crystal Palce, squadra di Prima Divisione. Tornato in Italia nel gennaio del 1999 passò alla Lazio vincendo il suo terzo scudetto, nella stagione 1999-2000, e la Coppa delle Coppe. In Nazionale, ha vestito per 18 volte la maglia azzurra segnando 3 reti. Il 13 marzo del 2019 entra nello staff della Nazionale Italiana come uno degli assistenti di Roberto Mancini.
Erennio, solitamente quando si parla dei primi amici dell’infanzia ci si riferisce ai fratelli. Tuttavia anche i cugini, hanno un immenso valore. Tu con Attilio, hai potuto condividere i primi giochi, le prime emozioni, i primi segreti…
“Con Attilio ho sempre avuto un bellissimo rapporto fraterno. Da piccolo lo ricordo sempre con il suo ‘Super Santos’ tra le mani. Quando ritornava, nei periodi estivi, nel podere di famiglia a Santa Maria la Fossa, amava correre a perdifiato dietro ad un pallone calciandolo con rara potenza e precisione”.
Negli anni d’oro della carriera, è uno dei sei calciatori italiani ad aver vinto lo scudetto con tre società differenti: Sampdoria, Juventus e Lazio. Che ricordi hai di Attilio?
“Negli anni d’oro, quando vinceva scudetti e coppe con Sampdoria, Juventus e Lazio, Attilio non ha mai fatto mancare il suo affetto e ogni tanto raggiungeva la provincia casertana per una visita a zii e cugini. Ultimamente è venuto a trovarci a Capua, prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria da Covid”.
Raccontaci della vita privata e del suo passato da calciatore…
“Il suo spirito affettuoso, gioviale e simpatico lo ha sempre trasmesso, anche da giocatore e da allenatore, nei vari spogliatoi. Quando c’è lui non mancano mai scherzi e momenti gioiosi e divertenti. E accaduto con Vialli, Mancini, Dossena, Cerezo e Gullit nella Sampdoria, con Ferrara, Del Piero, Zidane, Conte e Deschampes nella Juventus, con Nesta, Nedved, Simone Inzaghi, Crespo e Peruzzi nella Lazio”.
Attilio e la Nazionale di calcio…
“Nel gruppo della Nazionale di Roberto Mancini, nonostante stesse vivendo un momento particolarmente magico ed esaltante, Attilio lavora con severo impegno e grande spirito di sacrificio. E’ riuscito a dribblare, da autentico campione, ogni tipo di difficoltà, imprevisti e tensioni emotive che puntualmente si presentano in un torneo così prestigioso. Più volte mi ha confidato che quello della Nazionale Italiana di Roberto Mancini è un gruppo davvero straordinario, nel quale non mancano l’umiltà, la semplicità, l’incredibile entusiasmo e la voglia di vincere”.
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