Napoli – “Abbiamo assistito all’ennesima sceneggiata politica, all’ennesimo atto di cabaret offensivo per l’intelligenza degli italiani”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, mena legnate contro il M5s nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì pomeriggio: “Il Movimento 5 Stelle – aggiunge De Luca – aveva la necessità di mettere una bandierina per approvare la legge: apprendiamo che è stato acquisito il fatto che si sono allungati i processi per mafia, terrorismo, la Lega ci ha aggiunto il suo. Questi reati potevano già essere prolungati su pronuncia di un giudice, ma dovevamo far finta di aver prodotto una grande innovazione. È sconcertante anche il pensiero di Conte: in un paese civile – sottolinea De Luca – la notizia sarebbe stata che abbiamo ridotto i tempi dei processi con nuove assunzioni. Invece, comunichiamo come grande risultato che abbiamo dilatato i tempi. Come siamo contenti. Per me è una parentesi per l’ennesima volta indecente della politica italiana. I 5 Stelle hanno offerto all’Italia – sottolinea ancora il presidente – il peggiore ministro della Giustizia mai visto nel nostro paese, tale Bonafede, che scherzando chiamavo Bonanotte. È stato un ministro improbabile, credo un disk jockey come professione principale, impresentabile come cultore di diritto e anche sul piano estetico”.
De Luca perde colpi, e questa volta il suo show è un boomerang politico. Il presidente della Regione, infatti, pochi giorni fa ipotizzava addirittura la confluenza del Pd e del M5s in un partito unico. Non solo: De Luca è lo sponsor politico ed elettorale più importante del candidato a sindaco di Napoli di Pd, M5s, centri sociali e liste civiche, Gaetano Manfredi. De Luca quindi dimentica, o peggio ancora finge di dimenticare, che se Manfredi, il cui riferimento politico principale è proprio Conte, di cui è stato ministro, dovesse vincere le comunali di Napoli, la città verrebbe governata proprio da quei grillini che continua a attaccare. Il governatore, sulla vicenda napoletana, si è più volte contraddetto, a partire da quando pose il veto sull’accordo con gli antagonisti dei centri sociali capitanati da Sergio D’Angelo, quelli che lo avevano aggredito a colpi di lanci di sacchetti di spazzatura con il volto del figlio Roberto. Manfredi, manco a dirlo, si è alleato lo stesso con D’Angelo. Ora, la sparata contro Conte e il M5s, con i quali De Luca a Napoli è alleato di ferro. La sensazione è che il presidente della Regione stia perdendo colpi: le sue battute non riescono più a nascondere la verità dei fatti.