MILANO – Mentre il presidente Ashraf Ghani punta il dito contro il ritiro “improvviso” degli Usa dall’Afghanistan, l’avanzata talebana per controllare il territorio continua. Tre province sono finite nel mirino degli estremisti islamici, che hanno attaccato almeno tre capoluoghi di provincia: Lashkar Gah, Kandahar, Herat. Nella prima, capoluogo della provincia di Helmand, le forze governative stanno tentando di impedire che i talebani prendano il controllo: se accadesse, la città sarebbe il primo capoluogo provinciale nelle loro mani. Nel fine settimana si è verificata una escalation nei combattimenti, che ha spinto migliaia di civili a fuggire dalle proprie case. I talebani hanno lanciato attacchi coordinati al centro e al carcere, soltanto poche ore dopo che il governo aveva annunciato il dispiegamento di centinaia di soldati nell’area. “Le forze afghane sul terreno e per via aerea hanno respinto l’attacco”, ha dichiarato una fonte militare nell’Helmand. Gli abitanti descrivono una situazione in peggioramento, con blackout, scontri, ospedali pieni, mancanza di farmaci e mezzi di comunicazione fuori uso.
La provincia ospita ampie distese di campi di papaveri da oppio, da cui proviene un’importante parte dell’eroina commercializzata nel mondo. Gli scontri sono divampati anche in alcuni distretti di Kandahar, ex bastione talebano, e alla periferia del capoluogo provinciale. Ieri i talebani hanno attaccato l’aeroporto locale, danneggiando la pista e costringendo alla sospensione dei voli per ore. Anche a Herat centinaia di soldati combattono da giorni contro gli estremisti. La presa di un importante centro urbano porterebbe lo scontro a un nuovo livello, alimentando la preoccupazione che l’esercito di Kabul non sia in grado di controllare il Paese. Ma Ghani, intervenuto al Parlamento di Kabul, ha assicurato: “nei prossimi sei mesi” i talebani saranno respinti, le forze afghane sono all’altezza e hanno la “capacità” di sconfiggere gli insorti.
Ghani ha imputato agli Usa il deterioramento della sicurezza: “La ragione” è “che la decisione” sul ritiro delle truppe è “stata presa all’improvviso”, nonostante Kabul avesse avvertito delle “conseguenze”. Dopo la sua dichiarazione, le Camere in una nota congiunta hanno espresso appoggio al suo piano sulla sicurezza: vi hanno dichiarato il loro “fermo” sostegno ai diritti umani e delle donne, e alla libertà di parola, dicendo di essere schierati con l’esercito nazionale afghano, “che sacrifica la propria vita per la nazione”.
Dagli Usa, nel frattempo, l’amministrazione Biden amplia gli sforzi per evacuare i cittadini afghani in pericolo a causa dell’avanzata dei talebani. Il dipartimento di Stato ha annunciato l’estensione delle categorie di persone con cittadinanza afghana che avranno diritto allo status di rifugiati negli Usa, includendo attuali ed ex dipendenti delle testate giornalistiche e delle agenzie di sviluppo basate negli Usa, oltre ad altre organizzazioni che ricevono fondi da Washington. Il dipartimento ha parlato di “molte migliaia” di afghani e loro familiari che potranno reinsediarsi permanentemente negli Usa come rifugiati.
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