MILANO – Sul discorso del re del Marocco, che ha parlato di aprire una tappa inedita nelle relazioni con la Spagna, basata su fiducia e rispetto reciproco, “in primo luogo dobbiamo ringraziare il re per le sue parole e in secondo luogo dobbiamo dire che dal governo spagnolo abbiamo sempre considerato il Marocco un alleato strategico, sia della Spagna sia del congiunto dell’Unione europea”. Così il premier spagnolo, Pedro Sanchez, rispondendo a una domanda relativa alle parole del re marocchino Mohammed VI, che nel discorso tenuto il 20 agosto in occasione del 68esimo anniversario della Rivoluzione del re e del popolo ha ricordato la “crisi senza precedenti recentemente attraversata” nei rapporti con la Spagna e ha espresso il desiderio di “continuare a operare con il governo spagnolo e il suo presidente, Pedro Sanchez, al fine di inaugurare una tappa inedita nelle relazioni fra i nostri due Paesi”, che “dovranno basarsi su fiducia, trasparenza, considerazione reciproca e rispetto degli impegni”. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che si trovava allo stesso punto stampa con Sanchez, ha accolto con favore le dichiarazioni del sovrano del Marocco: “Vogliamo salutare le dichiarazioni del re del Marocco”, “il Marocco è un partner della Spagna ma anche dell’Unione europea e ci auguriamo di potere continuare a essere impegnati per approfondire questo partenariato essenziale fra Marocco e Ue in diversi ambiti, non solo l’immigrazione, ma anche altri temi, in particolare sviluppo economico e cooperazione”. Anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ribadito il concetto che “buone relazioni con il Marocco sono importati per l’Ue tanto quanto lo sono per la Spagna”.
“Siamo alleati, siamo vicini, siamo fratelli, pertanto diamo il benvenuto a queste parole”, ha detto Sanchez. “Su fiducia, rispetto, collaborazione presente e futura credo che possiamo costruire una relazione su basi molto più solide di quelle che abbiamo avuto finora”, ha aggiunto. “Da ogni crisi nascono anche opportunità”, ha proseguito il premier spagnolo, ricordando la crisi di maggio, con 9mila persone arrivate a Ceuta.
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