Roma, 4 apr. (LaPresse) – I dati diffusi oggi dall’Istat “confermano un quadro macro economico peggiore di quello previsto dal Def”. Così Confesercenti. “Una revisione in senso negativo del rapporto deficit-Pil di due decimali – prosegue l’associazione – che, sebbene attesa, potrebbe incidere sugli equilibri dei conti pubblici, riducendo lo spazio di manovra e mettendo un’ipoteca sulla futura riduzione della pressione fiscale, che invece rimane la priorità dell’economia in una fase ancora delicata”.
Gli esercenti sottolineano che “il 2017 si è chiuso in ripresa, registrando l’aumento del reddito delle famiglie, dell’occupazione e dei consumi. I primi mesi del 2018 hanno dato, invece, segnali meno rassicuranti. Sebbene il numero di occupati continui a crescere, come confermato proprio oggi dall’Istituto di statistica, nei primi mesi dell’anno le vendite sono tornate a rallentare, così come si è deteriorato il clima di fiducia delle imprese”.
“In questo scenario – continua Confesercenti -, è urgente riprendere il percorso di riduzione della pressione fiscale complessiva, che si è interrotto lo scorso anno. Soprattutto, è fondamentale bloccare lo scatto delle clausole di salvaguardia, che prevedono aumenti Iva già a partire da gennaio 2019. Uno stop promesso da tutte le forze politiche in campagna elettorale e ribadito anche negli ultimi giorni”.
“L’auspicio è che già la istituenda Commissione speciale per il Def riesca a mettere un punto sulla questione, visto l’entità del rischio: l’aumento dell’Iva, infatti, brucerebbe secondo le nostre stime circa 23 miliardi di spesa delle famiglie in un triennio, bloccando ulteriormente la domanda interna e rischiando di trasformare il rallentamento atteso dell’economia nei prossimi anni in una vera e propria frenata”, conclude l’associazione.