ROMA – Alla fine la fiducia sul decreto Green pass alla Camera non c’è. La Lega, dopo aver tentato una piccola resistenza, accetta – al pari delle altre forze politiche di maggioranza – di ritirare gli emendamenti presentati in aula e l’esame del provvedimento prosegue seguendo l’iter regolare, con la votazione delle proposte di modifica presentate ai 17 articoli. “Noi abbiamo dimostrato buona volontà, togliendo tutti i nostri emendamenti e trasformandoli in ordini del giorno”, ammette Matteo Salvini.
Le tensioni interne restano sopra i livelli di guardia
Nonostante i numeri della maggioranza a Montecitorio siano schiaccianti, rimane l’incognita di alcuni voti a scrutinio segreto, e i partiti – nelle chat interne – chiamano a raccolta i deputati: “Si raccomanda la presenza”, si legge nei messaggi arrivati da diversi gruppi.
La posizione della Lega, infatti, non è cambiata e l’incidente parlamentare è dietro l’angolo. “Visto che si tratta della salute, del lavoro e della scuola e della vita degli italiani, se ci sono proposte che noi condividiamo, da chiunque arrivino, noi le sosteniamo”, mette in chiaro il leader del Carroccio.
“Nessun dietrofront – gli fa eco su Twitter Claudio Borghi – Stiamo discutendo e votando confrontandoci con tutte le forze e anche con gli amici di Fdi che hanno presentato alcuni emendamenti condivisibili. Se tutti i partiti di maggioranza non avessero ritirato gli emendamenti il governo avrebbe messo la fiducia. Ritirandoli possiamo discutere tutto e votare gli stessi punti”.
In realtà, in aula, il Governo dà parere contrario a tutte le proposte di modifica presentate. Quando è il momento di votare la soppressione dell’articolo 3, quello che – di fatto – prevede l’obbligo di mostrare il Green pass per poter mangiare al chiuso in ristoranti e bar, andare al cinema e a teatro, partecipare a fiere e ad altri eventi, la Lega annuncia la volontà di astenersi, volendo “procedere in un clima costruttivo”.
“Ci aspettiamo che su alcune cose il Governo cambi idea – insiste Borghi prendendo la parola in Aula – confidiamo che accoglierà alcune modifiche di buonsenso che ci sono negli emendamenti presentati dai colleghi, altrimenti questo dibattito sarebbe inutile”. Ecco allora che il Carroccio vota insieme a FdI la proposta di accantonare gli emendamenti soppressivi e procedere con gli altri, che però viene respinta dall’aula. Si vota la soppressione e anche questa viene bocciata: a scrutinio segreto sono 59, 260 quelli contrari e 82 le astensioni.
La partita non è chiusa
Salvini cede alle pressioni dell’anima no green pass del gruppo parlamentare e annuncia: “La Lega voterà gli emendamenti FdI”. La spaccatura interna alla maggioranza avviene con l’emendamento a firma di Fratelli d’Italia che toglie l’obbligo del green pass per mangiare nei ristoranti al chiuso.
L’aula della Camera lo respinge a scrutinio segreto con 270 contrari, 134 favorevoli e 4 astenuti, ma tra i sì – come annunciato dal deputato Dimitri Coin – ci sono quelli del Carroccio. L’ex ministro dell’Interno difende l’operato dei suoi, precisando che i rischi per il governo sono “zero”.
Pd e M5S insorgono
“Sul Green pass chiediamo chiarezza, non si può stare nella maggioranza e votare con l’opposizione. Il Green pass è essenziale, ne va di mezzo la salute di tutti. Trovo gravissimo l’atteggiamento della Lega, un atteggiamento che dimostra irresponsabilità e dimostra che la Lega non ha a cuore la salute degli italiani e che non è un partner di governo affidabile” tuona Enrico Letta.
Credo che ci sono dei temi su cui il governo non può tentennare e non possono esserci posizioni politicamente diverse da quanto sostenuto in Cdm – le fa eco Stefano Patuanelli – È valso per la riforma della giustizia, dove su un disegno di legge è stata messa la fiducia, credo che non si possa tentennare sulla gestione della pandemia”.
Ancora da votare un altro emendamento “delicato”: si tratta del 3.417 a prima firma Lollobrigida (FdI). La proposta di modifica estende l’esenzione del Green pass, non solo “ai soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale” ma anche “ai minori di anni 18” e, anche in questo caso, potrebbe essere votato anche dalla Lega.
“Il Governo va avanti” aveva assicurato Mario Draghi dopo la spaccatura, sullo stesso tema e con lo stesso schieramento, avvenuta in commissione Affari sociali. Alla vigilia del voto in Consiglio dei ministri che deve votare l’estensione del Green pass, però, il barometro della maggioranza continua a segnare tempesta. (LaPresse)