MILANO – La vittoria dei talebani in Afghanistan aumenta il rischio di nuovi attacchi contro l’Occidente, ed “è persino banale dirlo. La sconfitta di un esercito addestrato e spalleggiato dagli occidentali da parte di bande giudicate poco più che raccogliticce può innescare un effetto emulazione, per veicolare il messaggio che si può non solo resistere ma anche punire una civiltà considerata nemica. È successo vent’anni fa quando i terroristi dimostrarono di poter colpire gli Stati Uniti sul loro territorio e con i loro mezzi, può succedere oggi ovunque”. Così Franco Gabrielli, ex capo della Polizia e sottosegretario con delega alla sicurezza della Repubblica.
“Restiamo sotto una minaccia che non è mai venuta meno”, precisa ancora Gabrielli e che al momento “non riguarda in particolare il nostro Paese”, mentre sono “aumentate le segnalazioni di rischio in Afghanistan e in generale contro obiettivi statunitensi”.
“In un quadro così magmatico – conclude – è evidente che bisogna allargare il più possibile il novero dei soggetti da mettere intorno allo stesso tavolo, per coinvolgerli in una possibile soluzione. Non c’è alternativa, come ha lasciato intendere il presidente Draghi puntando a un G20 sull’Afghanistan, perché il G7 non basta”.
(LaPresse)