TORINO – Da un lato c’è una rivalità come non si vedeva da anni nel circus, aspra e senza esclusione di colpi, che sta infiammando il Mondiale. Dall’altro, resta la necessità di mettere sempre al centro la sicurezza dei piloti. L’incidente che ha messo fuori causa Max Verstappen e Lewis Hamilton nel Gp d’Italia ha riportato a galla le due anime del motorsport: i duelli ruota a ruota tra i campioni delle due e quattro ruote e l’importanza di salvaguardare la salute dei protagonisti in pista. Lo scontro tra i due rivali per il titolo 2021, il secondo nelle ultime cinque gare dopo quello di Silverstone, ha animato la gara e alimentato la sfida tra i due, ma al tempo stesso ha costretto i commissari a prendere una decisione dopo aver consultato entrambe le parti in causa. La manovra coraggiosa di Verstappen è stata spettacolare, al limite, ma non del tutto corretta: motivo per cui è arrivata una penalità di tre posizioni in griglia di partenza (a cui la Red Bull non si appellerà)da scontare nel prossimo appuntamento in Russia, tra due settimane.
“Penso che sia un precedente importante per la sicurezza dei piloti che ci siano regole rigide stabilite”, il commento di Lewis Hamilton, salvato dall’halo che gli ha protetto la testa dato che la Red Bull nell’impatto ha perso aderenza col tracciato ed è finita letteralmente sopra la Mercedes. “Sono orgoglioso degli steward. Penso di aver bisogno di un po’ di tempo per rifletterci davvero, ma penso che crei sicuramente un precedente”, ha aggiunto il sette volte campione del mondo, come riporta Autosport. In merito alla possibilità che una penalizzazione legata a scontri controversi possa scoraggiare i piloti ha spiegato: “Alla fine, quando riesci a farla franca con cose del genere, allora è facile continuare a farlo”. Tornando sull’episodio dell’incidente, Hamilton ha spiegato che “c’è una regola nota, la curva è del pilota che è davanti e alla fine l’altro la deve concedere. Penso sicuramente che dobbiamo esaminare questo aspetto e assicurarci che vengano prese le decisioni giuste – ha concluso – Nessuno vuole vedere qualcuno farsi male, e se riusciamo a mettere in atto dei protocolli migliori, forse possiamo evitare questo genere di cose in futuro”.
Tra i quattro commissari di gara che hanno indagato – e giudicato – il contatto tra i due c’era anche l’ex pilota Vitantonio Liuzzi, che ha chiarito il punto di vista degli steward. “Max è stato molto aggressivo, non era in una posizione in cui poter superare, era troppo arretrato nei confronti di Hamilton al momento del contatto – ha raccontato a LaPresse – C’è stato un sorpasso molto forzato, molto azzardato. Non era side by side con Hamilton, è stata una forzatura da parte di Verstappen. Speriamo che Lewis non abbia ripercussioni”. Di sicuro l’halo ha evitato conseguenze ben peggiori. “Ieri c’è stato un chiaro esempio di quanto sia stata importante la sua introduzione – ha proseguito – Poteva davvero finire male. La ruota è andata a sbattere proprio sulla testa di Lewis, se non ci fosse stato l’halo sicuramente l’esito dell’incidente poteva essere molto molto più drastico. In tutti, me compreso, all’inizio eravamo un po’ dubbiosi sull’introduzione di questo strumento a livello di sicurezza, però devo dire che in più occasioni ha dimostrato di poter salvare la vita”. Parere condiviso anche da un altro ex pilota italiano, Emanuele Pirro, oggi commissario sportivo nella Fia. “Non dico come tanti che ha salvato la vita ma di sicuro senza l’halo l’impatto sulla testa di Hamilton sarebbe stato importante e forse grave – ha evidenziato a LaPresse – Santo halo allora, ma la cosa che fa sorridere è che è stato progettato per proteggere la testa dei piloti da oggetti contundenti di grandi dimensioni, tipo pneumatici che volano e non macchine… che volano”. Nell’era del duello tra Hamilton e Verstappen capita anche questo.
di Alberto Zanello