Giornate frenetiche per Clemente Mastella, impegnato come responsabile del movimento Noi Campani (che in consiglio regionale schiera il gruppo comune con il Psi, formato da 4 componenti), attivo nella campagna elettorale per confermarsi come sindaco di Benevento, ma anche negli incontri per le Comunali negli altri capoluoghi della Campania, come Napoli e Caserta, a favore dei candidati del Pd. Tuttavia, il partito democratico, fa notare l’ex ministro, non sta ricambiando la cortesia.
A un anno dalle elezioni regionali, quale pensa che sia il peso del vostro gruppo? Ritiene che sia ben rappresentato o c’è qualche incarico – ad esempio nelle partecipate – al quale potreste ancora aspirare?
Non è questione di aspirare a nomine: siamo legati al fare. La realtà campana può evolversi in maniera positiva utilizzando le risorse per tutte e 5 le province campane, non solo per alcune città o province.
Come mai sottolinea che i fondi devono andare a tutti? Trova che ci sia uno sbilanciamento?
Oggettivamente, in Campania c’è una doppia centralità: Napoli e Salerno. Intanto, la zona di Caserta subisce alcuni dei problemi di Napoli. Le zone interne vanno rilanciate anche con i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa: pensiamo alla diga di Campolattaro, la più grande del Sud, inserita fra i 7 interventi strategici del Pnrr.
Quali sono le opportunità maggiori offerte dal Pnrr per la Campania?
Va recuperata anzitutto la dimensione sanitaria: la medicina territoriale ha avuto una battuta d’arresto, nonostante l’eroismo del personale. Adesso le strutture sanitarie vanno dimensionate con criteri moderni.
Ad aprile scorso in consiglio regionale è nato – finora solo su Whatsapp – il gruppo trasversale dei “nostalgici Dc”. Fino a che punto questo movimento influenza la politica dei vostri consiglieri?
Non ci sono assolutamente rigurgiti para democristiani: quella storia è finita, ne vanno recuperati i valori ma in modo diverso. E’ come se i genitori avessero fondato un’azienda con modalità familiari: bisogna proseguire l’attività, ma in maniera differente.
Cosa pensa della vicenda di Enrico Coscioni, il fedelissimo del governatore De Luca condannato in Appello per aver fatto pressioni su tre manager della sanità cercando di spingerli alle dimissioni? Dovrebbe fare un passo indietro dagli incarichi ricoperti?
Non mi pare che ci siano gli estremi per applicare la legge Severino, non ne vedo la ragione.
Ma al di là degli effetti della sentenza, non c’è una questione di opportunità?
Mah, le dimissioni vengono invocate quando le vicende riguardano alcune persone, mentre per altri si trovano giustificazioni… per me in questo caso è no.
Lei è venuto a Caserta per la campagna elettorale di Marino. Che idea si è fatto?
Io sostengo Marino a Caserta e Manfredi a Napoli, a differenza di quanto fa il Pd che si muove in maniera grossolana e a Benevento è contro di me, anche se alle Regionali abbiamo distanziato il Pd di 7 punti percentuali. Noi siamo leali, ma la stessa lealtà non la riscontro da parte del partito democratico e questo comportamento non può non lasciare un segno. Va detto però che De Luca a Benevento si è comportato in maniera splendida.
Ma De Luca è – o dovrebbe essere – un esponente del Pd. Non trova strano questo doppio binario?
De Luca ha la sua autonomia, altrimenti non sarebbe presidente del consiglio regionale.
Con Marino avete riaperto il tavolo per il collegamento veloce fra Caserta e Benevento. Se ne parla da tempo, che possibilità concrete ci sono?
Abbiamo recuperato il progetto perché negli anni del mio mandato da parlamentare ho fatto stanziare finanziamenti. Qualche mese fa ho controllato all’Anas e ho scoperto che i fondi ci sono ancora, ma non bastano. Ad ogni modo, credo che questi lavori siano inseriti nel piano Anas. Nel mio computo la strada sarebbe dovuta essere a doppia carreggiata, ma la Soprintendenza è intervenuta perché la zona del tracciato è di grande interesse, per cui si è dovuto ridimensionare il progetto.