L’Italia è il Paese che butta meno cibo

In media finisce in pattumiera circa mezzo chilo di alimenti a settimana. L’indagine realizzata dall’Osservatorio Waste Watcher International nelle nazioni del G8: maglia nera agli Stati Uniti d’America

Ieri era la Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari. Un giorno dedicato alla riflessione per imparare a fare scelte individuali che incidano in maniera positiva sul nostro pianeta. Per l’occasione sono stati diffusi i dati dell’indagine, realizzata dall’Osservatorio Waste Watcher International e promosso dalla campagna Spreco Zero, del primo rapporto “G8 dello spreco alimentare” che ha analizzato quanto cibo si butta nei vari Paesi. E l’Italia si piazza benissimo nella classifica, come Paese in cui si spreca meno, con più di mezzo chilo (529 grammi) a testa nell’arco di una settimana.

La classifica

Subito dopo gli italiani troviamo i russi, con 672 grammi a testa a settimana, che fanno molta attenzione all’economicità degli acquisti e cucina principalmente piatti della tradizione. Medaglia di bronzo agli spagnoli, con 836 grammi a persona in 7 giorni, mentre al quarto poso ci sono gli inglesi con 949 grammi, quasi un chilo a testa. Tutti gli altri Paesi superano la soglia del chilogrammo: i tedeschi contano 1.081 grammi, i canadesi 1.144 grammi, i cinesi 1.153 grammi e infine , maglia nera agli statunitensi, che con quasi un chilo e mezzo di cibo sprecato settimanalmente a persona (1.453 grammi) sono ultimi in classifica.

L’indagine

L’indagine è stata rivolta a un migliaio di cittadini per ogni Paese (campione statistico) per sensibilizzare sui temi dello spreco alimentare domestico. Gli intervistati europei segnalano livelli più bassi (circa il 68% dichiara di sprecare meno di una volta alla settimana) mentre il 57% dei nordamericani segnala di sprecare meno di una volta a settimana. I prodotti freschi e deperibili, frutta e verdura, sono quelli che si gettano maggiormente ovunque, con percentuali che variano dai 42,6 grammi di spreco settimanale per la frutta e 41,6 per la verdura nel caso dei cittadini statunitensi, a circa la metà, 24,5 grammi di frutta sprecata settimanalmente dai russi.

Che fare

“E’ essenziale promuovere una vera educazione alla cultura del cibo che metta in luce i devastanti effetti economici e morali della sua perdita e del suo spreco. Per non sprecare cibo serve una concertazione ‘multi-stakeholder’ tra le istituzioni, il mondo accademico, scientifico e culturale, la società civile e le organizzazioni internazionali. In questo senso, dal Tavolo di lavoro istituito presso la Farnesina è già giunto un grande contributo”, ha detto la vice ministra degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Marina Sereni alla presentazione del Rapporto ‘Waste Watcher G8’ su cibo e spreco in 8 Paesi del mondo. E sul tema è intervenuto ieri anche il Pontefice: “Lottare contro la piaga terribile della fame vuol dire anche combattere lo spreco. Scartare cibo significa scartare persone. E’ scandaloso non accorgersi di quanto il cibo sia un bene prezioso e di come tanto bene vada a finire male”, ha scritto sui social Papa Francesco, nella giornata mondiale contro lo spreco alimentare.

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