MILANO – “Senza vaccini saremmo in una situazione ben peggiore di quella dell’ottobre del 2020, quando eravamo alla vigilia della seconda ondata”. Lo spiega, in un’intervista a Repubblica, Roberto Battiston, docente di fisica all’Università di Trento e osservatore dell’evoluzione della pandemia in Italia. “Partiamo – sottolinea – dall’estate appena trascorsa, che è stata più difficile di quella del 2020 a causa della variante Delta, diffusasi tra fine giugno e inizio luglio. In quelle settimane sia Rt che i nuovi infetti quotidiani si sono impennati ed erano ben più alti che nello stesso periodo dell’anno precedente”.
Poi però “si è fatto sentire l’effetto della campagna vaccinale, che dopo avere spento definitivamente la variante Alfa, che ancora circolava, ha domato l’effetto della Delta, facendo piegare verso il basso sia la curva dell’Rt che quella dei nuovi infetti quotidiani. L’anno scorso di questi tempi venivamo da una estate dai numeri molto bassi, ma poi i nuovi infetti e Rt crebbero in modo rapidissimo dopo la riapertura delle scuole e delle attività produttive, portando a fine novembre il numero degli infetti attivi a quota 800mila. Quest’anno non sta accadendo niente di simile: siamo partiti, come detto, da numeri estivi più alti, ma da metà agosto siamo in continua decrescita, anche se negli ultimi giorni si osserva un leggero rallentamento”.
“E questo nonostante la dominanza della variante Delta, molto più contagiosa e aggressiva: ha una capacità infettiva di quasi 3 volte superiore a quella del Coronavirus originario. Eppure nei numeri non vediamo l’effetto di questa straordinaria capacità di contagio, nonostante che, solo con la riapertura delle scuole, si sia messo in moto un rimescolamento della società che coinvolge, direttamente o indirettamente, più di nove milioni fra studenti e personale scolastico oltre ai rispettivi nuclei familiari, una parte sostanziale della società italiana”.
(LaPresse)