MILANO – “Un compromesso per evitare un innalzamento troppo brusco dell’età pensionabile per alcuni lavoratori ma, nello stesso tempo, anche un messaggio molto chiaro verso il ritorno al percorso indicato dalla riforma del 2011”. Lo dice Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro, in una intervista a Repubblica.
“Quota 100 è stato un passo indietro, molto costoso, che ha dato benefici a pochi e che non ha affatto mantenuto la promessa di aumentare l’occupazione giovanile in sostituzione di quella più anziana – afferma – Il governo Draghi sapeva di dover tornare a una situazione di maggiore sostenibilità della spesa pensionistica senza scaricare i costi sulle generazioni più giovani”.
Per Fornero, quota 100 “ha fallito sul piano occupazionale”. “Il presidente Conte disse, all’epoca, che ci sarebbero state tre assunzioni per ogni uscita. È successo il contrario: un ingresso per ogni tre uscite. Ma il mercato del lavoro non funziona sostituendo un lavoratore con un altro. In una fase di recessione dell’economia è difficile creare nuova occupazione, ma in condizioni di normalità dobbiamo puntare ad un mercato del lavoro che alzi il tasso di occupazione”.
In merito alla proposta dei sindacati di poter lasciare il lavoro dopo 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età, oppure a partire da 62 anni di età con almeno 20 di contributi, Fornero dice: “Lasciare dopo 41 anni il lavoro vuol dire cancellare un decennio, riportare indietro le lancette dell’orologio. Non capisco perché una persona stimabile e ragionevole come Landini possa fare una proposta di questo tipo che non tiene conto delle variabili economiche e demografiche. Il Paese ha bisogno che si lavori di più, non di meno”.(LaPresse)