Turchia, Erdogan espelle dieci ambasciatori occidentali: tensione a pochi giorni dal G20 di Roma

Turkey's President Recep Tayyip Erdogan listens to a question during a joint news conference with German Chancellor Angela Merkel following their meeting at Huber Villa presidential palace, in Istanbul, Turkey, Saturday, Oct. 16, 2021. The leaders discussed Ankara's relationship with Germany and the European Union as well as regional issues including Syria and Afghanistan. (AP Photo/Francisco Seco)

ANKARA – Cresce la tensione fra la Turchia e il resto del mondo a pochi giorni dal G20 di Roma. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha infatti annunciato di aver ordinato di dichiarare persona non grata 10 ambasciatori stranieri che chiedevano il rilascio di un filantropo incarcerato. Si tratta dei diplomatici di Stati Uniti, Francia, Germania, Paesi Bassi, Canada, Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia e Nuova Zelanda. Tutti ‘colpevoli’, secondo Erdogan, di avere rilasciato una dichiarazione all’inizio di questa settimana chiedendo una risoluzione del caso di Osman Kavala, un uomo d’affari e filantropo detenuto dal 2017 nonostante non sia stato condannato per un crimine. Descrivendo la dichiarazione come una “impudenza”, Erdogan ha detto di aver ordinato che gli ambasciatori fossero dichiarati indesiderabili. “Ho dato l’istruzione al nostro ministro degli Esteri e ho detto: ‘Ti occuperai immediatamente della dichiarazione di persona non grata di questi 10 ambasciatori'”, ha detto Erdogan durante una manifestazione nella città occidentale di Eskisehir. Aggiungendo che “riconosceranno, capiranno e conosceranno la Turchia. Il giorno in cui non conosceranno o non capiranno la Turchia, se ne andranno”. Una dichiarazione di persona non grata contro un diplomatico di solito significa che a un individuo è vietato rimanere nel paese ospitante.

Kavala, 64 anni, è stato assolto l’anno scorso dalle accuse legate alle proteste anti-governative a livello nazionale nel 2013, ma la sentenza è stata ribaltata e unita alle accuse relative a un tentativo di colpo di stato del 2016. Osservatori internazionali e gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente chiesto il rilascio di Kavala e del politico curdo Selahattin Demirtas, incarcerato dal 2016, dicendo che la loro detenzione è basata su considerazioni politiche. Ankara nega le accuse e insiste sull’indipendenza dei tribunali turchi.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto il rilascio di Kavala nel 2019, affermando che la sua incarcerazione è avvenuta per metterlo a tacere e non è stata supportata da prove di un reato. Il Consiglio d’Europa afferma che avvierà di nuovo la procedura di infrazione della Turchia alla fine di novembre se Kavala non verrà rilasciato. E la prima reazione internazionale alla notizia arriva proprio dall’Europa, dove il presidente del Parlamento europeo David Sassoli twitta: “L’espulsione di dieci ambasciatori è un segno della deriva autoritaria del governo turco. Non saremo intimiditi. Libertà per Osman Kavala”.

(LaPresse)

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