ROMA – Dopo un inverno di pausa a causa delle misure drastiche prese per il contenimento della pandemia l’influenza torna a rialzare la testa. Il rapporto di sorveglianza Influnet dell’Istituto superiore di sanità mette in luce come solo nell’ultima settimana siano 207mila i casi rilevati di sindrome influenzale mentre dall’inizio della rilevamento se ne contano oltre mezzo milione (circa 573 mila). L’incidenza è di 3,5 casi ogni mille assistiti. Nella stagione 2019-20, ultima in cui è stata osservata un’epidemia stagionale di sindromi simil-influenzali, in questa stessa settimana, il livello di incidenza era pari a 1,15 casi ovvero meno della metà.
Ad essere colpiti sono soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età. Nella fascia 0-4 anni infatti l’incidenza schizza a 15,83 casi per mille assistiti, in quella 5-14 anni si assesta a 3,79, nella fascia 15-64 anni a 3,02 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 1,64 casi per mille assistiti. Tra le Regioni che hanno attivato la sorveglianza, Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale. In nove regioni (Val d’Aosta, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna) invece la sorveglianza non è ancora stata attivata.
La popolazione degli assistiti monitorata è mediamente pari al 2% dell’intera popolazione italiana. Il sistema di sorveglianza comprende i medici e i pediatri sentinella di tutte le regioni italiane. Le soglie della stagione in corso per l’Italia sono: 3,16 casi per mille assistiti (livello basale), 9,37 (intensità bassa), 14,37 (intensità media), 17,36 (intensità alta), oltre 17,36 (intensità molto alta). Resta da vedere come si evolverà la curva epidemiologica nelle prossime settimane quando ci si avvicinerà al picco tradizionale della stagione influenzale ma le premesse non sono buone.
Di Andrea Capello