NAPOLI – Braccati i killer di Salvatore Petrillo, il 29enne di Arzano deceduto in ospedale a seguito dell’agguato nel bar Roxy di via Ignazio Silone ad Arzano. I carabinieri, titolari delle indagini sull’omicidio, dal giorno successivo all’agguato hanno pattugliato le strade della città a nord di Napoli. Nelle ultime ore c’è stato un ulteriore blitz da parte dei militari dell’Arma appartenenti al comando provinciale di Napoli. Servizi ad alto impatto per stanare i centauri che si presentarono, casco in testa, nel bar e aprirono il fuoco, ferendo cinque persone tra cui due innocenti che nulla avevano a che fare con le dinamiche criminali che invece hanno armato la mano dei killer.
In quest’ultimo blitz, i carabinieri della Compagnia di Casoria, insieme ai colleghi delle compagnie di intervento operativo del Reggimento Campania e al Nucleo cinofili di Sarno, hanno setacciato le strade di Arzano ed effettuato diverse perquisizioni nelle abitazioni delle persone “di interesse operativo”. I militari hanno fatto irruzione nelle case dei pregiudicati e hanno setacciato gli spazi comuni dei rioni popolari, a cominciare da quello della 167, considerato il quartier generale dell’omonimo ‘gruppo della 167’ che ‘gestisce’ gli affari illeciti sul territorio per conto del clan Amato-Pagano.
Nell’ambito dei controlli sono state identificate 203 persone e controllati 140 veicoli. Rimossi cancelli ed ostacoli abusivi realizzati per eludere le attività delle forze dell’ordine volte al ripristino della legalità e al contrasto dei reati, in particolare dello spaccio di sostanze stupefacenti. Segnalati alla Prefettura di Napoli diversi assuntori di sostanza stupefacente in quanto trovati in possesso di dosi di droga.
Sono state ispezionate anche le aree comuni delle palazzine di edilizia popolare all’interno del rione 167. Modiche le sostanze stupefacenti rinvenute e sequestrate ma i nascondigli sono sempre più ingegnosi. Oltre agli ormai noti vani scala, dove sono stati rinvenuti hashish e marijuana, i carabinieri hanno infatti trovato, grazie al preziosissimo supporto delle unità cinofile, marijuana che era nascosta all’interno delle canaline utilizzate per il passaggio dei cavi elettrici.
I controlli da parte degli uomini della Benemerita proseguiranno anche nei prossimi giorni per far fronte al rischio faida che si vive in città dopo l’agguato di via Silone. Per gli investigatori si tratta di uno scontro interno tra le famiglie Amato e Pagano per il controllo del territorio. Infatti Petrillo era il cugino del ras Pasquale Cristiano detto picstick, ritenuto vicino agli Amato e perciò la pista degli investigatori per rintracciare i killer è quella che porterebbe a esponenti della famiglia Pagano. Uno scontro interno che già in passato si è verificato quando a guidare il clan, secondo la Dda, c’era Mariano Riccio, genero del boss Cesare Pagano. Dopo l’arresto di Riccio scattò una vera e propria caccia all’uomo nei confronti dei cosiddetti ‘maranesi’, fedelissimi di Riccio che era originario di Marano, da parte dei ‘melitesi’, ritenuti vicini alla famiglia Amato. Ci furono agguati e omicidi. Le forze dell’ordine vogliono evitare che quanto accaduto in passato si ripeta.