CASAPESENNA – Dall’Agro aversano fino alla Toscana, passando per l’Emilia Romagna e tornando al sud attraverso il Molise e toccando la provincia sannita: sarebbe questa la mappa degli affari dei fratelli Raffaele e Giuseppe Diana. Arrestati il 20 gennaio scorso, tra i loro ultimi contatti accertati dal Gico di Firenze c’è quello con un sottufficiale della guardia di finanza in servizio presso la tenenza di Venafro: si tratta di Vincenzo Ambrosio, ex vicesindaco di Pozzilli. E proprio con lui, stando alla tesi dalle fiamme gialle toscane, Raffaele Diana avrebbe messo in piedi una società, la M.a.r. Corporation. All’interno, però, non compare direttamente Ambrosio, originario di San Giuseppe Vesuviano, ma la moglie Amalia Ranieri, nata ad Ottaviano, e un suo amico imprenditore, Massimo Lanni. Da un’intercettazione datata 17 gennaio 2020 emerge che la M.a.r. Corporation era interessata ad una possibile speculazione riguardante il ‘Palazzo Fogli’, situato a Ceppaloni: in ballo c’era un investimento di circa un milione mezzo, di cui un milione e 200mila euro da racimolare attraverso un mutuo e il resto da finanziarie con le risorse dei soci.
Il business che stavano organizzando è saltato fuori durante l’indagine, coordinata dal pm Giulio Monferini, che undici mesi fa aveva portato in cella Raffaele e Giuseppe Diana e il loro sodale, Antonio Esposito ‘o surcillo: sono accusati dalla Dda di Firenze di aver messo in piedi una holding occulta, con base in Toscana, che tra il 2016 al 2018 sarebbe stata in grado di ottenere numerosi appalti e di innescare un giro di false fatture con varie società intestate a prestanome. Un meccanismo, incardinato su frodi e riciclaggio, che, secondo il sostituto procuratore Monferini, era stato attivato per favorire e rafforzare le fazioni Zagaria e Schiavone del clan dei Casalesi. L’aggravante mafiosa contestata ai Diana in sede cautelare è stata annullata dalla Cassazione.
Mentre il Gico stava tracciando le dinamiche dell’ipotizzata holding si è imbattuta negli affari molisani e beneventani dei Diana e i documenti raccolti sono stati inviati alla Dda di Napoli affinché faccia luce anche sulle eventuali incidenza che i casapesennesi avrebbero avuto nelle elezioni europee del 2019, sostenendo Forza Italia.
Ambrosio, la moglie Amalia Ranieri e Lanni citati nell’articolo, innocenti fino a prova contraria, per quanto a nostra conoscenza non risultano indagati.
Raffaele Diana al momento è ai domiciliari. Fino al 15 novembre scorso lo era anche Giuseppe Diana, marito di Raffaella Zagaria, nipote del capoclan Michele, ma in quella data è stato raggiunta da un’altra misura cautelare richiesta ed ottenuta dall’Antimafia partenopea: gli viene contestato ora anche il reato di associazione mafiosa (l’appartenenza clan Zagaria).