NAPOLI – Acciuffato il ras Carlo Guarino. La notte scorsa gli agenti del commissariato ‘San Giovanni-Barra’ hanno intercettato il 43enne mentre viaggiava in sella a un motociclo in via Villa Bisignano.
Alla vista degli agenti – secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine – l’uomo avrebbe cercato di eludere il controllo dandosi alla fuga. Ma pochi metri dopo, a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia, il centauro ha perso il controllo della moto ed è caduto a terra. Gli agenti del commissariato ‘San Giovanni-Barra’, con il supporto di una pattuglia del commissariato ‘Ponticelli’, lo hanno bloccato, non senza difficoltà. Il 43enne è stato sottoposto anche a perquisizione personale. In suo possesso sono stati trovati 15 involucri contenenti 2,6 grammi di eroina.
I successivi accertamenti hanno permesso di scoprire che l’uomo era già sottoposto agli arresti domiciliari per violazione degli obblighi inerenti la misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Quindi è stato arrestato per evasione, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e resistenza a pubblico ufficiale. Guarino è un volto noto a Barra, esponente di spicco del gruppo Celeste-Guarino, protagonista di una sanguinosa faida contro il clan degli Aprea. Guarino fu anche coinvolto in fatti di sangue. Guarino, infatti, venne accusato dell’omicidio di Antonio Ritaccio detto Ercolino ma venne assolto. Inoltre è sotto processo per il ferimento della figlia di 6 anni del boss Giovanni Aprea, avvenuto nel 2006 durante una ‘stesa’ sotto la casa del ras. La piccola era insieme alla madre quando un proiettile le trapassò uno spalla. In primo grado Guarino ha rimediato una condanna a 14 anni di reclusione ma ottenne comunque la libertà. Adesso è a processo dinanzi alla Corte d’Appello per il reato di tentato omicidio.
Adesso Carlo Guarino è stato arrestato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria competente in attesa di comparire dinanzi al giudice per l’udienza di convalida. Adesso però il 43enne potrebbe finire di nuovo in carcere non avendo rispettato le prescrizioni che gli erano state imposte.