ROMA – L’Italia continua ad aggiornare in negativo i suoi record relativi alla pandemia. Per la prima volta dalla comparsa del covid si contano più di 200mila contagi in 24 ore. Ne sono stati registrati ben 219.441. A trainare è la Lombardia con 52.693, poco meno di un quarto del totale. Sale vertiginosamente pure il numero delle persone attualmente positive. Sono oltre 1.5 milioni (1.593.579). I decessi restano abbastanza contenuti, 198 nell’ultimo bollettino, ma il tasso di positività schizza al 19,3%.
Quasi 1 su 5 degli oltre 1.1 milioni di tamponi processati è risultato positivo. L’alto tasso di contagiosità della variante Omicron è noto e, con il grande numero di positivi registrati ogni giorno, aumenta di conseguenza anche la pressione sugli ospedali. Ad andare in affanno sono soprattutto i reparti di degenza ordinaria dove attualmente sono ricoverati con sintomi 13.827 pazienti con un saldo giornaliero di +463. Nelle terapie intensive, invece, si registra un +39 con 177 ingressi giornalieri. I ricoverati totali sono 1.467.
A denunciare la situazione critica e “molto peggiore di quanto possa apparire” sono gli operatori sanitari. “Né all’indomani del primo lockdown, né nel corso della seconda e terza ondata la nostra situazione è stata tanto grave, e ora rischiamo di perderne il controllo”, l’allarme lanciato dal presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli. Lo spauracchio è quello di dover arrivare ad applicare il cosiddetto ‘codice nero’ ovvero decidere chi curare e chi invece no.
“Entro una settimana o due al massimo, se non si interviene adesso, rischiamo di vedere a Napoli ciò che purtroppo abbiamo visto in Lombardia due anni fa”, dichiara ancora. Che il momento sia lo si evince anche dalla mappa settimanale aggiornata dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dove tutta l’Italia diventa rosso scuro, il massimo livello di diffusione di infezioni nella scala. Solo la Sardegna è al gradino più basso, in rosso.
Impietosi pure i dati forniti dalla fondazione Gimbe. “Nell’ultima settimana si è registrata un’esplosione di nuovi casi con un incremento del 153% rispetto alla settimana precedente”, dice il presidente Nino Cartabellotta. Sono ben 63 le province italiane che fanno registrare più di 1000 casi ogni 100mila abitanti. Conseguentemente sale anche la saturazione dei reparti ospedalieri.
Numeri davanti ai quali – secondo Gimbe – le nuove misure anti-covid “risultano insufficienti, tardive e frutto di compromessi politici al ribasso”. Il rischio è che la nuova ondata di contagi possa portare a un “default dei servizi sanitari ospedalieri, nonché al lockdown di fatto del Paese”. Non decolla infine la campagna vaccinale nella fascia di età pediatrica. In tre settimane le dosi somministrate sono state poco più di 400mila, l’11% della platea vaccinabile.(LaPresse)