Usa, Biden attacca Trump a un anno dall’assalto al Campidoglio: “Ha puntato un pugnale alla gola della democrazia”

Capitol Hill: Joe Biden parla dal Campidoglio a un anno dall'assalto Foto Michael Reynolds/Pool via AP

ROMA – È stato puntato un “pugnale alla gola dell’America” ma “la democrazia ha retto e il popolo ha vinto”. A un anno dall’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Donald Trump, il presidente Joe Biden ha preso la parola nella maestosa Statuary Hall del Congresso, diventata teatro della rivolta costata la vita a cinque persone.

Il democratico ha accusato il suo rivale, senza farne mai il nome, di aver tentato di rovesciare la democrazia, di aver anteposto il suo ego e i suoi interessi a quelli del Paese e alla Costituzione e di essere rimasto con le mani in mano per ore mentre il Parlamento veniva assaltato e la polizia aggredita. Di aver tessuto “una rete di bugie” intorno alle elezioni presidenziali del 2020, nelle quali Trump è stato “sconfitto”, e di aver cercato di riscrivere la storia, dipingendo il giorno del voto come il giorno dell’insurrezione e la rivolta del 6 gennaio come la vera espressione della volontà del popolo.

Per Biden vero patriota non è come dice il tycoon chi ha saccheggiato il Congresso, ma “i 150 milioni di elettori” che hanno votato regolarmente. Il presidente ha sottolineato che le bugie che hanno portato gli estremisti a insorgere non sono finite e che all’interno dello stesso partito repubblicano c’è chi non si è opposto a Trump. Inoltre, in questo momento “Stato dopo Stato, si stanno scrivendo nuove leggi, non per proteggere il voto, ma per negarlo”, ha detto Biden, invitando a un’azione ferma e risoluta in difesa del diritto di voto.

“Siamo in un momento decisivo della storia, sia qui che all’estero, è in corso una lotta tra democrazia e autocrazia”, ha detto Biden. “La Cina e la Russia pensano che la democrazia sia troppo lenta e scommettono che l’America diventerà come loro, scommettono che sarà un posto per autocrati, dittatori e uomini forti, io non ci credo, non è quello che siamo”, ha affermato il presidente. La sua vice Kamala Harris ha esortato i cittadini a rimanere uniti in difesa della democrazia.

Un’unità che è mancata nel primo anniversario dai fatti del 6 gennaio. Molti leader e legislatori repubblicani hanno disertato gli eventi commemorativi perché considerati eccessivamente politicizzati. Il leader repubblicano al Senato Mitch McConnell e altri hanno preferito partecipare al funerale del senatore Johnny Isakson in Georgia.

Trump, che all’ultimo ha annullato l’intervento inizialmente annunciato nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, non ha comunque perso l’occasione di intervenire con una nota in cui ha accusato Biden di aver usato il suo nome per dividere il Paese e di aver messo in atto un teatrino politico per distrarre i cittadini dai suoi fallimenti in un momento in cui il gradimento del presidente è al minimo.

Che sfacciata politicizzazione del 6 gennaio da parte del presidente Biden”, ha twittato il senatore Lindsey Graham, fedelissmo di Trump. Durante la giornata si sono tenuti una serie di eventi annunciati nei giorni scorsi dalla speaker della Camera Nancy Pelosi. A partire da mezzogiorno si è tenuta una preghiera e si è osservato un minuto di silenzio alla Camera dei rappresentanti, seguiti da una conversazione in “Prospettiva storica” tra gli storici Doris Kearns Goodwin e Jon Meacham “per stabilire e preservare la narrativa del 6 gennaio”.

I legislatori hanno condiviso le loro testimonianze dell’attacco in una sessione presieduta dal rappresentante democratico del Colorado Jason Crow, seguita da una veglia di preghiera con i membri della Camera e del Senato sui gradini del Campidoglio. Facendo riferimento alle leggi che limitano il diritto di voto in discussione negli stati repubblicani e alla connivenza di alcuni politici del Gop con le affermazioni di Trump, l’ex presidente Barack Obama ha invitato i cittadini a coltivare e proteggere la democrazia.

“Un anno fa, un violento attacco al nostro Campidoglio ha messo in chiaro quanto sia fragile l’esperimento americano di democrazia”, ha affermato in una nota. “E mentre le finestre rotte sono state riparate e molti dei rivoltosi sono stati assicurati alla giustizia, la verità è che la nostra democrazia è oggi maggiormente a rischio di quanto non fosse allora”, ha avvertito Obama. (LaPresse)

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