Covid, Omicron rallenta ma i ‘no vax’ sono costati 140 mln in un mese

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Nino Cartabellotta, medico presidente della Fondazione GIMBE

ROMA – La curva del contagio in Italia sembra frenare, pur rimanendo in salita. La straordinaria spinta propulsiva di Omicron, che aveva portato a un record di 220mila casi dello scorso martedì, è in via di rallentamento. A testimoniarlo è il calo del tasso di positività ai tamponi che si attesta al 15,6% in discesa rispetto al 16,5% dell’ultimo rilevamento. Lo scorso giovedì era al 19,3%. I nuovi positivi sono 184.615. Si contano invece 316 deceduti, nuovo record della quarta ondata. Giù per il secondo giorno di fila invece l’occupazione delle terapie intensive (-1) con 156 ingressi giornalieri mentre resta alta la pressione sui reparti di area medica (+339).

Secondo quanto rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti covid relativo alla settimana 5-11 gennaio è del 26,6% in area medica e del 18,2% in area critica. Nei reparti finiscono soprattutto i non vaccinati, che nella fascia over 50 sono ancora circa 2,2 milioni.

Un problema di salute pubblica ma non solo. Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, calcola che l’impatto economico sul Servizio sanitario nazionale delle mancate vaccinazioni in Italia (ciclo completo e booster) sia di 143,3 milioni di euro nel periodo tra il 19 novembre 2021 e il 19 dicembre 2021. Secondo il report l’84% dei non vaccinati con terza dose ospedalizzati non sarebbe ricoverato in area medica e il 78% in terapia intensiva se si fosse sottoposto alla vaccinazione.

In merito alla campagna vaccinale crescono i numeri di prime dosi, con una adesione in miglioramento nella fascia pediatrica ma non fra gli over 50, per cui è scattato l’obbligo. Su questo tema il presidente di Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, sottolinea a LaPresse il sempre maggiore numero di casi di “pressione indebite ai limite della segnalazione alla procura” nei confronti dei medici da parte di assistiti per “per ottenere un certificato di esenzione senza alcuna giustificazione medica”, e bypassare così l’obbligo di legge.

L’occupazione dei reparti spinge alcune regioni verso la zona arancione, Liguria, Calabria e Sicilia su tutte, dalle prossime settimane. Anche per questo dai territori prosegue il pressing per cambiare i parametri del bollettino giornaliero, che molti vorrebbero eliminare. L’idea è quella di conteggiare nei positivi solamente i casi sintomatici ma, soprattutto, scindere i ricoveri ospedalieri dovuti al covid da quelli dei pazienti entrati in ospedale per altre patologie e poi risultati positivi al virus. Sabato intanto tornano le proteste in tutta Italia contro il Green pass e l’obbligo vaccinale agli over 50 con la ‘Marcia della Liberazione’. A Roma è previsto un sit-in statico in piazza San Giovanni alle 14.30.(LaPresse)

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