Costa Concordia: superstiti, soccorritori e parenti delle vittime al Giglio per i 10 anni del naufragio

C'erano i superstiti, i soccorritori di allora, alcuni parenti delle vittime. E soprattutto c'era commozione, tanta commozione. Oggi per l'Isola del Giglio è stata la giornata del ricordo e della commemorazione delle vittime

GROSSETO – C’erano i superstiti, i soccorritori di allora, alcuni parenti delle vittime. E soprattutto c’era commozione, tanta commozione. Oggi per l’Isola del Giglio è stata la giornata del ricordo e della commemorazione delle vittime. Esattamente dieci anni fa, il 13 gennaio 2012, la nave da crociera Costa Concordia urtò gli scogli davanti le coste del Giglio, cominciando ad imbarcare acqua. Furono tratte in salvo oltre 4.200 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, ma 32 di loro trovarono la morte in mare. Francesco Schettino, comandante che abbandonò la nave nel momento dell’evacuazione, ancora oggi paga per quel disastro, condannato a 16 anni e 1 mese di reclusione in via definitiva. Quella di oggi è l’ultima celebrazione sotto i riflettori. Lo ha detto chiaramente il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, al termine della messa a suffragio delle vittime. “Dall’anno prossimo abbasseremo i riflettori, non per dimenticare, ma per riprendere un percorso naturale. Di quei momenti concitati – ha aggiunto – ricordo tutto, come fosse ieri. La corsa in porto, i naufraghi sul molo, la gente del Giglio che scendeva in piazza per un evento di cui non si conosceva ancora la portata. Senza l’intercessione della Divina Provvidenza quella tragedia avrebbe assunto dimensioni paurose”. Proprio la messa delle 12 nella chiesa dei santi Lorenzo e Mamiliano di Giglio Porto è stata la prima delle tappe di questa lunga giornata di ricordo. A celebrarla, accanto al parroco di allora, don Lorenzo, c’era il Vescovo di Grosseto Giovanni Roncari. “Saluto con affetto don Lorenzo – ha detto il vescovo nell’omelia – parroco di questa chiesa che si aprì, come era giusto, per accogliere i naufraghi. Invochiamo la pace e il bene di Dio soprattutto per le anime delle sorelle e dei fratelli che persero la vita in questo mare”. Il vescovo ha invocato la speranza e la fede “che non cancellano il dolore – ha detto – ma ci portano a spingere in avanti il nostro cuore. Sarebbe ben poco commemorare un fatto tragico successo 10 anni fa, se da questo non imparassimo a condividere la speranza e non imparassimo a insegnarla alle nuove generazioni”. Subito dopo la messa la deposizione di fiori, fatta dalla Guardia Costiera, nelle acque antistanti Punta Gabbianara, nel luogo esatto del naufragio di 10 anni fa. A bordo della fregata c’era il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco dell’Isola e alcuni parenti delle vittime. Tra questi anche Kevin Rebello. Quella notte lui perse il fratello Russel, l’ultima della vittima ad essere recuperata. “Oggi è una giornata difficile, una giornata forte. C’era tanta gente e tanta commozione”, ha detto. Kevin non tornava sull’isola da 9 anni: “subito dopo la tragedia sono rimasto 4 mesi, poi sono tornato per il primo anniversario e per le operazioni di raddrizzamento della nave. Ma da allora non ero più stato al Giglio: ho riabbracciato tutti. All’inizio c’era solo rabbia, ora ho perdonato, anche Schettino”, ha aggiunto. Alla cerimonia ha preso parte anche il sottosegretario Franco Gabrielli, allora a capo della protezione civile, e Fabrizio Curcio, attuale capo della protezione civile. Il naufragio della Costa Concordia, ha detto Gabrielli, “ci insegna che si possono fare degli errori, degli errori tragici e anche degli errori sistemici. Perché io ritengo che c’è un responsabile penale, ma ci sono anche altri responsabili di quella tragedia. Al tempo stesso – ha aggiunto Gabrielli – ci insegna che è possibile il riscatto, porre rimedio agli errori”. A ricordare gli eventi di 10 anni fa anche il comandante della polizia municipale dell’Isola, Roberto Galli. “Quella notte sugli scogli – ha raccontato – incontrai anche il comandante Schettino. Gli dissi che il suo posto doveva essere sulla nave, mi rispose che stava dirigendo da lì le operazioni di evacuazione della nave. Se avesse dato retta alle mie parole, forse la sua situazione, dal punto di vista processuale, sarebbe stata diversa”. Le celebrazioni del decennale sono proseguite anche nel pomeriggio, con la presentazione del libro di Mario Pellegrini (allora vicesindaco) e della scrittrice Sabrina Grementieri sulla tragedia. “Quella notte – ha raccontato Grementieri – i gigliesi fecero l’impossibile. Aprirono la palestra, la scuola, la chiesa, le loro case, per dare a tutti un posto caldo dove stare. Ospitarono i bambini nei loro letti: fu un intervento umano incredibile”. A seguire è stata presentata una relazione sul ripristino dei fondali. Una giornata di commozione e ricordo che si chiuderà con la fiaccolata delle 21.30 dalla chiesa di Giglio Porto alla lapide commemorativa sul molo di Levante e infine alle 21,45 e 7 secondi, orario esatto della tragedia, quando è prevista la ‘tufata’, con il suono delle sirene delle imbarcazioni, seguita dalla preghiera per le vittime.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome