NAPOLI – La Campania torna in zona gialla, anche se in pratica non cambia nulla, e per l’occasione il governatore Vincenzo De Luca, nella consueta diretta del venerdì, difende la sua scelta di sospendere le attività didattiche in presenza, nonostante la “scoppola” rimediata pochi giorni fa dal Tar Campania, che ha sospeso la sua ordinanza. Ieri, come previsto, il ministro della Salute Roberto Speranza ha sancito il rientro in zona gialla “alla luce del flusso dei dati del monitoraggio dell’Istituto superiore Sanità, del ministero della Salute e delle Regioni”. Alla base della decisione c’è soprattutto lo “sforamento” della quota del 10% di posti occupati nei reparti di Terapia intensiva (la Campania è all’11,30%). Male anche la quota di posti letto “ordinari” occupati: sono circa il 37%, quindi più del doppio rispetto al limite del 15%.
In pratica, con la zona gialla viene introdotto anche dal Governo l’obbligo di mascherina all’aperto, che in Campania era già in vigore. Sono invece scomparsi il coprifuoco e divieto di spostamenti tra comuni diversi. In base alla nuova classificazione a fasce introdotta dall’ultimo Dpcm, solo con Super green pass si può entrare in cinema e teatri, consumare in bar e ristoranti e prendere i mezzi pubblici.
E se qualcuno pensava che il decreto cautelare del Tar (con critiche severe all’ordinanza regionale sulle scuole) avesse indotto De Luca a più miti consigli, sarà rimasto deluso. Ieri lo Sceriffo, come al solito senza contraddittorio, ha avuto ancora da ridire e ha detto che “il Governo ha impugnato l’ordinanza della Regione Campania alle 22,15 di domenica sera, con le scuole che si aprivano il lunedì. In questo momento abbiamo in Campania 111 comuni nei quali non si sono riaperte le scuole (malgrado le circolari dei prefetti di segno contrario, ndr), abbiamo Comuni e Regioni che hanno prorogato l’apertura dell’anno scolastico, come la Sicilia: abbiamo in questo momento i Comuni di Palermo e Catania nei quali i sindaci hanno fatto ordinanze non di limitazione per le elementari, ma di chiusura totale. Il Governo nazionale non ha impegnato nulla, a conferma del fatto che aveva interesse solo a fare un’operazione propagandistica lunedì per poter dire che è tutto aperto”. Va però ricordato che il Governo aveva dichiarato e ribadito che dal 10 gennaio le scuole avrebbero riaperto regolarmente, tranne che in zona rossa.
Secondo il governatore, la sua ordinanza è “estremamente equilibrata e misurata. In Campania le scuole si sono aperte tutte il 10 gennaio tranne le elementari, le medie inferiori e le materne per una ragione di merito semplice, perché essendo la fascia di età più bassa e non vaccinata in misura ampia, ci è parso ragionevole prendere due settimane di respiro per ampliare la campagna di vaccinazione e avere poi la scuola in presenza con maggiore tranquillità. Due settimane di respiro niente di che. Ci siamo trovati di fronte a una posizione irrispettosa del Governo nazionale, offensiva per la Regione Campania e incomprensibile”.
E ancora: “Lo dico al ministro dell’Istruzione che ha ritenuto eccessiva l’espressione ‘utilizzate i bambini come cavie’. È stato informato il ministro che quando si sono aperte le scuole, in decine di realtà avevamo bambini di 6 anni, 7 anni o 10 anni costretti a fare lezione con le finestre aperte, con un freddo infernale, con sciarpe al collo e cappellini in testa?”