ROMA – Nel Regno Unito alcuni parlamentari conservatori vorrebbero estromettere il loro leader, il primo ministro Boris Johnson, al centro delle critiche per le feste tenute a Downing Street durante il lockdown anti-Covid-19. Qualora Johnson non dovesse ascoltare gli inviti a dimettersi, e al momento non sembra intenzionato a farlo – potrebbe essere comunque costretto a lasciare Downing Street. Ecco come i Tories potrebbero cambiare leader.
Il voto di sfiducia
Un voto di sfiducia nei confronti del leader del partito viene attivato se il 15% dei parlamentari conservatori – attualmente 54 – scrive una lettera a Graham Brady, capo del potente gruppo di legislatori Tories noto come il Comitato del 1922. Si chiama così perché è stato fondato da legislatori, eletti quell’anno, per consolidare il loro potere all’interno del partito.
Le lettere possono essere consegnate di persona, per posta o per e-mail e nessuno tranne Brady sa quante lettere ha già ricevuto finora. Se Brady dovesse ricevere 54 lettere, indirebbe un voto di sfiducia, che si terrebbe a ore o giorni, in cui tutti i 359 legislatori Tory sarebbero chiamati a votare a scrutinio segreto. Johnson avrebbe bisogno in questo caso di 180 voti per vincere.
Qualora li incassasse non potrebbe essere soggetto a un nuovo voto di sfiducia prima di un anno. Se invece Johnson dovesse perdere, si dovrebbe dimettere e si dovrebbe tenere una votazione per la leadership del partito. BoJo non potrebbe correre e rimarrebbe leader del partito e primo ministro fino alla scelta del successore.
LA SCELTA DELLA LEADERSHIP .La corsa alla leadership dei conservatori ha due fasi. Nella prima fase, i legislatori tengono un voto iniziale su tutti i candidati. Il candidato con il minor numero di voti si ritira e la votazione continua fino a quando non rimangono due contendenti. Se ci sono solo due candidati, si passa alla seconda fase.
I due vengono sottoposti quindi al voto dei membri a pieno titolo del partito in tutto il paese. Il vincitore diventa leader del Partito conservatore e primo ministro, senza bisogno di elezioni nazionali. Nel 2019 Johnson vinse le primarie con circa due terzi dei voti, battendo l’ex segretario alla salute Jeremy Hunt.
I CONCORRENTI. Qualsiasi legislatore conservatore può candidarsi per sostituire Johnson come leader del partito. I due nomi che vengono citati più spesso sono quello della ministra degli Esteri Liz Truss e del cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, entrambi alti ministri con un forte seguito nel partito.
Altri possibili contendenti includono il vicepremier Dominic Raab, che l’ultima volta ha corso contro Johnson; Michael Gove, uno dei membri più potenti del governo di Johnson; Il segretario alla Salute Sajid Javid, che guida la risposta del Paese al coronavirus; e Hunt, che ha detto di non aver abbandonato la speranza di diventare un giorno primo ministro.(LaPresse/AP)