ROMA – Dopo due fumate nere e un surplus di schede bianche e qualche nome gettato lì per caso, dalle 11 sono riprese le votazioni per il presidente della Repubblica. Intanto ieri pomeriggio il centrodestra ha svelato una rosa di tre nomi candidabili al quirinale: Marcello Pera, Carlo Nordio e Letizia Moratti, ma c’è stato il no della maggioranza: che ha spiegato la volontà di “giungere ad una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi”.
Le schermaglie
Intanto Renzi prosegue la sua campagna di sensibilizzazione. E alla richiesta di eventuali figure da proporre ha ribadito: “I 5 nomi? La cinquina si gioca a tombola, non in Parlamento”. E dopo la riunione del pomeriggio ha spiegato: “E’ stato un incontro più complesso di altre volte, quello che conta che siamo usciti con una linea unitaria. Abbiamo fatto ragionare i 5 Stelle”. E per un tavolo di confronto col centrodestra ha detto: “Vediamo se dicono sì all’incontro”. E dal Pd sottolineano come giri voce su “Salvini che voglia andare fino in fondo, ce lo dicono anche i giorgettiani, e che voglia andare su Casellati alla quarta votazione. Allora vuol far saltare tutto”. Un no secco arriva subito dai 5s che avrebbero assicurato che “su Casellati non ci vanno” e che se la presidente del Senato dovesse invece avere i voti necessari, a quel punto la fine della maggioranza sarebbe scontata”.
La nota congiunta
E dopo la terna di nomi proposta dal centrodestra, da Pd, Iv e Leu arriva la bocciatura in una nota congiunta: “Prendiamo atto della terna formulata dal cdx che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra – si legge – non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessario. Nella giornata di domani (oggi) proponiamo un incontro tra due delegazioni ristrette in cui porteremo le nostre proposte”.
Letta: “Soluzione su nome condiviso”
Poi Letta ha aggiunto: “Finiamola con i tatticismi e troviamo una soluzione su un nome condiviso super partes e senza forzature. Come ha detto Roberto Speranza, non abbiamo voluto la guerra delle due rose. Abbiamo voluto dimostrare che abbiamo la buona volontà di trovare una soluzione condivisa. Dato che noi non abbiamo la maggioranza, loro non hanno la maggioranza, quindi bisogna che troviamo una soluzione condivisa, super partes, istituzionale, come abbiamo sempre detto. La nostra proposta è, chiudiamoci dentro una stanza e buttiamo via la chiave fino a quando non troviamo una soluzione. Domani (oggi) è il giorno chiave, giovedì si arriva alla votazione con il quorum al 51%”.