ROMA – A Montecitorio qualcosa si muove: ecco un exploit di consensi per Guido Crosetto. La mossa di Giorgia Meloni paga. L’esponente di Fratelli d’Italia, tra i fondatori del partito, ottiene 114 voti nel terzo giorno di votazioni per il Quirinale, quasi il doppio dei consensi garantiti dai 63 grandi elettori di partenza per FdI, ovvero 21 senatori, 37 deputati e 5 delegati regionali.
La decisione meloniana è arrivata a sorpresa alla fine della chiama dei senatori. E quelli di FdI erano fuori per cui, secondo i calcoli, 7-8 sono andati persi. La presidente del partito di via della Scrofa, a quanto pare, punta a dire la sua in un gioco di equilibri tutto interno alla coalizione del centrodestra, mentre Matteo Salvini sta tentando di vestire i panni del kingmaker.
Meloni, stando a quanto filtra, avrebbe provato a convincere Forza Italia e Lega ad andare su un nome della rosa, puntando magari su Carlo Nordio, o su uno degli altri due componenti della triade, Marcello Pera e Letizia Moratti. Il no degli azzurri e del Carroccio ha portato alla scelta di Crosetto.
Certo è che l’andamento della votazione ha anche dimostrato che un nome di centrodestra può essere attrattivo e quella di oggi viene vissuta come un’occasione persa. Resta il fatto, però, che le acque si sono un po’ mosse e le schede bianche sono calate. “Ancora una volta, pienamente soddisfatti dell’unità con cui il centrodestra si sta muovendo in questa fase, FdI continua a ritenere imprescindibile una votazione compatta del centrodestra su un candidato della coalizione, come concordemente valutato nell’ultimo vertice”, fa sapere una nota del partito.
“Io ho fatto una scelta che è un messaggio al Parlamento, abbiamo scelto di non votare scheda bianca ma non c’entra niente il centrodestra che anzi si sta muovendo con grande compattezza e io sono molto fiera di questo. Ritengo – è il commento di Meloni – che il centrodestra in questa partita si debba misurare, l’ho sempre detto e lo ribadisco”. Per la quarta votazione di domani – assicura – “decideremo insieme”. Crosetto, intanto, si schermisce, si dice “onorato e commosso” per il boom di 114 voti ricevuti: “Io al Colle? Sì, il 2 giugno se mi invitano”.
Poi la metafora usata da Luca Ciriani, capogruppo di FdI al Senato, per cui il nome proprio di Crosetto “è un sasso nello stagno per dire al Parlamento: basta giochini, basta schede bianche, arriviamo a una soluzione”. La ministra azzurra Mara Carfagna, intanto, non ha timori sulla tenuta della coalizione: “FdI, per bocca della stessa Meloni, ha ribadito il senso di questo voto che non è un voto dietro cui si cela la volontà di spaccare il centrodestra”. E domani è un altro giorno, in attesa di nuovi colpi di scena.(LaPresse)