Quirinale, il M5S cerca bandolo della matassa. Telefonata Grillo-Conte, stop a Casellati

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse Nella foto: Giuseppe Conte

ROMA – L’aria è sempre più tesa in casa Cinquestelle. Più si avvicina il momento clou della partita quirinalizia e meno si capisce quale sia l’orientamento generale. L’impressione è che ci sia uno scollamento tra le truppe, che infatti alla prima occasione utile manda un messaggio chiaro e tondo al leader, Giuseppe Conte.

Dei 125 voti a Sergio Mattarella nel terzo scrutinio, molti sono brandizzati Cinquestelle. E qualcuno lo rivendica pure, come il senatore Primo Di Nicola. L’idea è quella di far capire che si può creare un fronte ampio attorno alla figura del capo dello Stato uscente, dunque il suggerimento è quello di virare da altre ipotesi, che sia Andrea Riccardi o Paola Severino, ma soprattutto Maria Elisabetta Alberti Casellati. La presidente del Senato, infatti, sarebbe una delle ‘carte coperte’ su cui Matteo Salvini cerca di capire se è possibile convogliare una maggioranza che copra più dei 505 consensi dei grandi elettori che serviranno dalla quarta votazione.

Un incubo per un pezzo consistente dei parlamentari pentastellati, ma anche del garante e co-fondatore, Beppe Grillo, che proprio nella mattinata in cui voci fuori controllo raccontano di un Conte pronto a stringere un patto con Salvini per far eleggere Casellati, alza il telefono e chiama l’ex avvocato del popolo per chiedere lumi, racconta chi ha una certa consuetudine con il comico genovese.

In questa fase è difficile tenere a bada i rumors, così fonti M5S fanno sapere che “si è tenuta una lunga telefonata di aggiornamento fra Conte e Grillo”, dalla quale emerge “piena sintonia fra il presidente e il fondatore del M5S sulla linea che il Movimento sta tenendo in questa trattativa per il Quirinale, mirata a garantire piena stabilità all’attuale esecutivo per continuare a rispondere alle urgenze del Paese e a trovare un candidato autorevole e super partes”.

Un indizio che sembrerebbe portare a un’unica soluzione: anche Grillo è convinto che Draghi starebbe meglio a Palazzo Chigi che al Colle. Ma nel mondo Cinquestelle nulla è mai come sembra, così al pomeriggio arriva il colpo di scena. Il garante interagisce in diretta con Enrico Mentana, nel frattempo impegnato a condurre la sua ‘Maratona’ su La7. Un fuori programma che sicuramente non dispiace al direttore del telegiornale: “Mi scrive Grillo, che posta la scritta ‘Quirinale, telefonata Grillo-Conte per votare Draghi presidente. Falso'”.

Poi, sempre durante la trasmissione, arriva addirittura la telefonata dell’Elevato, che spiega meglio il concetto chiedendogli di renderlo noto pur non andando in onda in viva voce: “Con Conte vi sentite sempre ma non avete mai parlato di questo argomento di votare Draghi al Quirinale”, dice il giornalista ancora con il comico genovese alla cornetta. Il riferimento è alle rivelazioni di fonti Cinquestelle del mattino.

Dopo pochi minuti il terzo messaggio di Grillo a Mentana, nel quale gli scrive “vero” associato al contenuto della nota, la stessa che parla di “piena sintonia” sulla linea pentastellata. Non entra a gamba tesa, ma è sempre attivo invece Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri lo ha detto chiaro e tondo, guardando negli occhi Conte, che Mario Draghi non può essere messo fuori dai giochi per il Colle.

Nelle tre giornate di votazioni alla Camera è la vera ‘star’ del Transatlantico: tutti si avvicinano per salutarlo e scambiare due chiacchiere con lui. Ai cronisti dice poco o nulla, ma agli interlocutori spiega che “se si va al muro contro muro tra centrodestra e centrosinistra, si rischia di spaccare seriamente la maggioranza”, ecco perché è necessario “cercare un nome condiviso”. A Montecitorio vede, tra gli altri, anche Lorenzo Guerini, animatore nel Pd di base Riformista, e incrocia Luca Zaia, il governatore leghista del Veneto, che nel Carroccio ha un peso non da poco. Ci si intrattiene per 10 minuti buoni dopo un caloroso abbraccio.

A fine giornata il presidente del Comitato di garanzia M5S lascia la Camera e ai cronisti che lo aspettano dice solo che “è stata una giornata molto intensa”, ma ora “è assolutamente importante trovare la convergenza sul nome del prossimo presidente della Repubblica”.

Poi si infila in macchina, alla vigilia dell’assemblea congiunta dei grandi elettori Cinquestelle con Conte. La soluzione sul Colle non è vicina, ma nemmeno oltre l’orizzonte. E sarà dirimente anche per il Movimento.(LaPresse)

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