Ucraina: Usa inviano 3mila soldati in est Europa. Proposti accordi di disarmo a Mosca

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato il dispiegamento di altri 3mila militari nell'est europeo, nell'ambito della tensione legata al timore di un'invasione russa dell'Ucraina.

Foto AP / J. Scott Applewhite, Pool in foto Joe Biden

MILANO – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato il dispiegamento di altri 3mila militari nell’est europeo, nell’ambito della tensione legata al timore di un’invasione russa dell’Ucraina. L’annuncio è arrivato dopo che El Pais ha diffuso i documenti con cui, secondo la testata, Usa e Nato avrebbero risposto alle richieste sulla sicurezza di Mosca, dicendosi aperte ad accordi di disarmo in cambio dell’allentamento della tensione, e in particolare per verificare e limitare i rispettivi arsenali nell’area.

Washington ha previsto l’invio in Polonia e Germania di 2mila soldati da Fort Bragg, in North Carolina, mentre altri mille saranno trasferiti in Romania dalla Germania. L’ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, ha detto che l’invio avverrà nei prossimi giorni, aggiungendo: “Non si tratta di mosse permanenti” e “questi soldati non combatteranno in Ucraina”. Biden, in precedenza, ha detto che non invierà i soldati statunitensi a combattere in Ucraina contro un’eventuale incursione russa. L’obiettivo del dispiegamento, secondo Kirby, è rassicurare gli alleati di fronte all’accumulo di truppe russe ai confini: “E’ importante mandare un segnale forte a Putin e al mondo” sull’impegno Usa nella Nato.

Mentre la Russia continua a smentire di intendere invadere l’Ucraina, da cui ha annesso nel 2014 la Crimea, il Pentagono ha già allertato 8.500 militari per un possibile dispiegamento in Europa, che si potrebbero aggiungere così ai 75mila-80mila soldati Usa che già vi si trovano in via permanente e nelle rotazioni regolari, in luoghi tra cui la Polonia.

Secondo El Pais, sulla base dei documenti che sarebbero trapelati, Washington sarebbe pronta a un accordo sui dispiegamenti di missili in Europa, se Mosca facesse un passo indietro sull’Ucraina. Ha infatti diffuso quelle che ha descritto come le risposte scritte di Usa e Nato a Mosca alle richieste sulla sicurezza. Quelle carte chiuderebbero sull’impegno a non far aderire Kiev all’Alleanza, ma gli Usa vi avrebbero proposto “un reciproco ‘meccanismo di trasparenza’ per confermare l’assenza di missili da crociera Tomahawk ai siti Aegis Ashore in Romania e Polonia”, a condizione che Mosca offra analoga trasparenza in “due basi per il lancio di missili a nostra scelta in Russia”.

Inoltre, l’amministrazione Biden avrebbe proposto di concordare di “evitare” entrambi “di dispiegare sistemi missilistici offensivi da terra e forze permanenti con missione di combattimento nel territorio dell’Ucraina”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha voluto commentare, affermando soltanto “Noi non abbiamo diffuso nulla”, e neanche il ministero degli Esteri non ha confermato o smentito l’autenticità di quei documenti.

Ieri Putin è intervenuto pubblicamente sul tema per la prima volta, accusando Usa e Alleati di ignorare le richieste di Mosca, ma affermando di essere disposto ad altri colloqui per spezzare lo stallo. Parole che lasciano intendere un’invasione non sia imminente e possa invece svolgersi almeno un altro giro di diplomazia. Da Kiev, dove oggi ha ospitato il premier olandese Mark Rutte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che “è essenziale il dialogo prosegua”. Ha anche ribadito che Kiev si è mossa per rafforzare la propria capacità militare, pur aggiungendo: “Pensiamo solo a pace e de-occupazione dei nostri territori, solo attraverso strumenti diplomatici”.

LaPresse

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