ROMA (Tommaso Barra) – Sono trascorsi quasi 40 giorni dal 4 marzo. Da quando, cioè, gli italiani sono stati chiamati alle urne per la formazione di un nuovo governo. L’esito di quel voto ha tracciato un solco, una linea di pensiero di una buona fetta di cittadini che porta dritto ai movimenti di ‘rottura’ rispetto alla politica tradizionale. Movimento 5 stelle e Lega, fin dalle prime ore dalla chiusura degli scrutini, sono stati i veri vincitori di queste elezioni. Un risultato sancito dalle percentuali, le loro e quelle degli altri, col crollo verticale di Pd e Forza Italia. La due giorni di consultazioni al Quirinale – con la seconda tornata che inizierà quest’oggi – potrebbe essere quella decisiva per dare una guida al Paese. Mai come nelle ultime ore, il leader pentastellato Luigi Di Maio e quello leghista Matteo Salvini sembrano essersi incrociati in una percorso comune. Da una parte c’è un Pd che ha dato “risposte non giuste, oltre che non responsabili”, ha affermato il grillino. Dall’altra c’è Silvio Berlusconi, in odore di ‘scarico’ da parte del numero uno del Carroccio. Ecco che, quindi, i lavori di costruzione della strada che porta al nuovo governo M5s-Lega sembrano essere già stati avviati.