MILANO – Nonostante l’impegno dei soccorritori, il piccolo Rayan non ce l’ha fatta. Il bimbo marocchino di 5 anni, caduto martedì in un pozzo profondo 32 metri, appena fuori dal villaggio di Ighran, nella provincia di Chefchaouen, è stato estratto senza vita dopo giorni di lavoro incessante per provare a salvarlo. Il primo a commentare è stato il Re del Marocco, Mohammed VI, esprimendo le condoglianze ai genitori del ragazzo con una dichiarazione ufficiale.
Ma fino all’ultimo minuto erano tante le speranze di riuscire a salvare Rayan. I soccorritori hanno lavorato senza soste, giorno e notte, spinti anche dall’onda emotiva che si è levata fortissima dal Paese ma che ha coinvolto quasi tutto il mondo, in appressione per le sorti del bimbo.
Anche in Italia la vicenda ha colpito l’opinione pubblica, che è subito tornata con la mente alle immagini di oltre quarant’anni fa, ricordando ciò che accadde al piccolo Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, alle porte di Roma. La speranza era che la storia non si ripetesse anche oggi, ma le cose sono andate esattamente nella stessa maniera.
Da subito, però, l’impresa di salvare Rayan era apparsa molto difficile. Al punto che i soccorritori sono stati costretti a scavare un canale parallelo per arrivare al punto in cui il piccolo era caduto. Nel frattempo erano stati calati nel fossato ossigeno e una telecamera per monitorarlo, ma il capo del team di esperti, Abdelhadi Temrani, era stato subito chiaro: “Non è possibile stabilire stabilire quali siano le sue condizioni. Speriamo sia vivo”. L’unica certezza era che, senza imprevisti, il tentativo di agganciare il bimbo sarebbe avvenuto questa sera, e così è stato.
L’operazione era anche riuscita, tant’è vero che un giornalista dell’Associated Press, che si trovava sul posto, aveva visto il ragazzo estratto dal pozzo e avvolto in una coperta gialla dopo essere emerso dal tunnel scavato appositamente per il salvataggio. Nell’immediatezza nessuno ha fornito informazioni sulle condizioni di Rayan, mentre i suoi genitori erano stati scortati su un’ambulanza prima che emergesse dal terreno.
Dopo i primi minuti iniziali di attesa, però, la notizia della sua morte ha spento le speranze. E la vicenda del bimbo marocchino di 5 anni si è chiusa in tragedia, su cui ora si dovrebbe aprire un’indagine per chiarire l’esatta dinamica di come il piccolo sia caduto in quel pozzo, che si è poi trasformato nella sua trappola mortale.(LaPresse/AP)