MILANO – L’intervento del Governo nel 2021 “ha consentito di contenere per circa un terzo i rialzi” delle tariffe di elettricità e gas, come ha ricordato oggi il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Ma con l’aggravarsi della crisi ucraina, l’eventualità di nuove sanzioni a Mosca potrebbe peggiorare ulteriormente la disponibilità del gas, con conseguenze ancora peggiori sul suo prezzo.
Il Governo è alla ricerca di alternative per contenere gli effetti dello scenario, e il ministero della Transizione ecologica ha pubblicato il Pitesai, piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, una sorta di mappa e piano regolatore delle estrazioni di idrocarburi in Italia. Provvedimenti che pone fine alla moratoria che, per tre anni, ha bloccato il settore upstream e la ripartenza delle estrazioni di gas sul territorio nazionale.
Visco al congresso di Assiom Forex a Parma aveva osservato come “mentre sia la politica monetaria sia quella di bilancio possono contrastare gli effetti inflattivi dei costi dell’energia, solo la seconda è infatti in grado di agire direttamente su questi ultimi, compensando, almeno in una certa misura, la perdita di reddito disponibile e contenendone gli effetti sull’economia”. Sugli effetti inflattivi il governatore di Bankitalia ha precisato che “se non si innescheranno spirali tra prezzi e salari e se le aspettative resteranno saldamente ancorate all’obiettivo di inflazione della Bce, come sta al momento avvenendo, l’effetto dei rincari dell’energia verrà in larga parte riassorbito nel 2023. Con il consolidarsi della ripresa, una graduale normalizzazione della politica monetaria resta quindi la strategia più appropriata”.
Come rileva il centro studi di Assolombarda, però, “il prezzo di materie prime ed energia a gennaio 2022” aumenta e “si riflette con sempre più intensità sulle imprese lombarde e sulle prospettive economiche generali”. L’indice delle quotazioni delle materie prime non energetiche a gennaio “continua a crescere e raggiunge il +45% rispetto al pre Covid, con forti differenze al suo interno tra le diverse commodity”. E Assolombarda si concentra sull’energia, sottolineando che “il gas naturale in Europa (TTF Olanda), soprattutto, ha registrato un’impressionante fiammata dei prezzi pari al +660% rispetto al pre Covid. Più contenuti, ma sempre rilevanti, gli aumenti delle quotazioni del petrolio (Brent) pari al +31%. Il forte rialzo dei beni energetici, soprattutto del gas, si è trasferito sul prezzo dell’energia elettrica italiana”.
La Cgia di Mestre quantifica i rincari per il primo trimestre del 2022 in “14,7 miliardi di euro in più di energia elettrica e gas” rispetto al 2019. Un extra costo che ammonta a 13 miliardi, “togliendo a questo importo 1,7 miliardi di misure di mitigazione introdotte dal Governo nelle settimane scorse”.
Di Andrea Ciociola