ROMA – “Come Chiesa troppo spesso, e anche oggi, abbiamo dato dell’obbedienza un’interpretazione lontana dal sentire del Vangelo”. Lo ha detto il Papa all’apertura dei lavori del Simposio promosso dalla Congregazione per i Vescovi. Nelle indicazioni ai presbiteri sull’importanza della ‘vicinanza al vescovo’, il Santo Padre ha evidenziato che “l’obbedienza non è un attributo disciplinare ma la caratteristica più profonda dei legami che ci uniscono in comunione”.
“Obbedire -ha proseguito Papa Francesco– significa imparare ad ascoltare e ricordarsi che nessuno può dirsi detentore della volontà di Dio, e che essa va compresa solo attraverso il discernimento. L’obbedienza quindi è l’ascolto della volontà di Dio che si discerne proprio in un legame. Tale atteggiamento di ascolto permette di maturare l’idea che nessuno è il principio e il fondamento della vita, ma ognuno deve necessariamente confrontarsi con gli altri”.
“Questa logica delle vicinanze – in questo caso con il vescovo, ma vale anche per le altre – consente di rompere ogni tentazione di chiusura, di autogiustificazione e di fare una vita ‘da scapolo’, o da ‘scapolone’ – quando i preti si chiudono diventano ‘scapoloni, con tutte le manie degli ‘scapoloni’, e non è bello -; e invita, al contrario, a fare appello ad altre istanze per trovare la via che conduce alla verità e alla vita”, ha aggiunto.(LaPresse)