Lo zucchero ‘dolce’ per la Terra

zucchero dolce
zucchero dolce

NAPOLI – Dare dolcezza alla nostra giornata può tradursi in un’operazione davvero amara per il pianeta.  Nel mese di marzo dello scorso anno il Wwf ha pubblicato un report che ha svelato l’impatto ambientale della produzione dello zucchero. La canna da zucchero è spesso coltivata in aree dove un tempo sorgeva una lussureggiante foresta tropicale, come il Brasile, che è il primo paese produttore al mondo e la sua coltivazione ha contribuito considerevolmente alla deforestazione soprattutto nel periodo dal 2002 al 2012 con il 12% delle attività di deforestazione nel Paese (16 mila chilometri quadrati di foresta tagliati a causa dell’espansione delle piantagioni).  

IN EUROPA

Lo zucchero, una delle commodity più commerciate al mondo, sta assistendo ad una progressiva limitazione di utilizzo nei Paesi occidentali, dovuta alle policy sulla salute; al contrario il suo consumo nelle economie emergenti è in continua crescita. L’Unione Europea è il primo importatore al mondo di zucchero di canna grezzo da raffinare. Qui infatti si lavora lo zucchero grezzo per produrre i prodotti dolciari che finiscono negli scaffali dei supermercati, per questo l’Ue è anche il terzo massimo produttore mondiale di zucchero, preceduto solo da Brasile e India. Questo alto livello di produzione non ha impatti devastanti solo sul pianeta. L’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) infatti raccomanda di ridurre il consumo dello zucchero a meno del 5% dell’energia totale giornaliera, che corrisponde per un adulto con indice di massa corporea medio a 25 grammi di zucchero (ossia circa 5 cucchiaini da tè), mentre per un bambino di sei anni ancora meno (circa 20 grammi). In Italia oggi il consumo di zucchero è di circa 27 chilogrammi pro-capite all’anno, ossia circa 15-18 cucchiaini al giorno.

FALSI MITI

Gli spot pubblicitari nel tempo hanno fatto cristallizzare una serie di convinzioni sulle varie tipologie di zucchero, che tuttavia spesso si rivelano infondate. E’ il caso dello zucchero di canna, ritenuto dai più un’alternativa ecologica a quello raffinato. In realtà lo schema di produzione è il medesimo, varia semplicemente il numero di passaggi. Lo zucchero grezzo di canna viene prodotto mescolando lo sciroppo di canna da zucchero e i cristalli di zucchero, in modo che lo zucchero cristallizzi. Poi viene sottoposto al processo di raffinazione, ovvero una sequenza che comprende dissoluzione, decolorazione, filtraggio, cristallizzazione e centrifugazione. Lo zucchero bianco si ottiene ripetendo più volte questo processo, mentre quello grezzo di canna, che ha un colore leggermente più scuro dello zucchero bianco, si ottiene riducendo il numero dei passaggi di raffinazione. Di fatto si tratta dello stesso processo, quindi l’impatto ambientale è pressoché il medesimo.

ZUCCHERO INTEGRALE

Una valida alternativa ecologica è rappresentata dallo zucchero di canna integrale. A differenza dei cristalli ottenuti con il processo di raffinazione, si ottiene dalla spremitura della canna da zucchero. Il succo ottenuto viene poi filtrato, addensato con il calore, poi fatto essiccare e infine macinato. La consistenza è completamente diversa, così come il colore, che ha tonalità più intense, dal caramello al marrone scuro. Tra le proprietà troviamo una quota inferiore di saccarosio e un indice glicemico più basso.

MIELE

Un’altra valida soluzione ecologica è l’impiego del miele. Rispetto allo zucchero ha un contenuto di fruttosio più elevato rispetto al glucosio (40% di fruttosio e 30% di glucosio). Questo determina una maggiore concentrazione di dolcezza del miele, per questo per ottenere lo stesso risultato serve una minore quantità di miele aggiunta ai cibi o alle bevande. Occhio però a non esagerare: proprio come lo zucchero bianco ha un indice glicemico medio alto motivo per cui va consumato con attenzione, senza eccedere con le dosi giornaliere.

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