MILANO – Lo sport mondiale boicotta la Russia e lancia chiari messaggi a Vladimir Putin, dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca. Si susseguono le decisioni di federazioni internazionali e nazionali volte a escludere le squadre e gli atleti russi da tutte le competizioni. La Uefa ha stabilito ufficialmente che la finale di Champions League 2022, che si sarebbe dovuta svolgere a San Pietroburgo, si giocherà invece allo Stade de France, a Parigi. Alexander Dyukov, presidente della Federcalcio russa, ha subito criticato la Uefa: “Riteniamo che la decisione sia dettata da ragioni politiche”, ha affermato Dyukov, che è anche amministratore delegato di Gazprom. Dyukov ha evidenziato che la sua federazione persegue sempre il principio di “tenere lo sport fuori dalla politica” e per questo motivo “non può sostenere” la decisione del Comitato esecutivo della Uefa, di cui Dyukov è membro.
Nella riunione odierna, l’Esecutivo Uefa ha anche deciso che “i club e le nazionali russe e ucraine che gareggiano nelle competizioni Uefa dovranno giocare le partite casalinghe in campo neutro fino a nuovo avviso”.
E, come aveva previsto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, la decisione della Uefa è stata seguita poi ‘a cascata’ da tanti altri organismi sportivi. Il Comitato Esecutivo del Cio in una nota ufficiale ha esortato “tutte le federazioni sportive internazionali a trasferire o cancellare i loro eventi sportivi attualmente pianificati in Russia o Bielorussia. Dovrebbero tenere conto della violazione della tregua olimpica da parte dei governi russo e bielorusso e dare priorità assoluta alla sicurezza e alla protezione degli atleti. Lo stesso Cio non ha in programma eventi in Russia o Bielorussia”. Inoltre, il Comitato Olimpico Internazionale “sollecita che nessuna bandiera nazionale russa o bielorussa sia esposta e nessun inno russo o bielorusso sia suonato in eventi sportivi internazionali che non fanno già parte delle rispettive sanzioni dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) per la Russia”.
Anche il mondo dei motori si unisce: “È impossibile disputare il Gran Premio di Russia nelle circostanze attuali”, taglia corto la Formula 1 in un comunicato in cui annuncia la cancellazione del Gran Premio di Russia. Gli sport invernali tagliano fuori le tappe russe: il Paese non ospiterà più eventi della Coppa del Mondo organizzati dalla Federazione internazionale di sci quest’inverno, annuncia la stessa Fis. Mentre l’Eurolega di basket, che inizialmente aveva cancellato tutte le partite con la partecipazione di club russi, ha definito un piano in base al quale le squadre russe dovranno giocare le partite casalinghe in campo neutro mentre quelle in trasferta si svolgeranno come previsto.
In Italia, la Figc ha deciso di posticipare di 5 minuti il calcio d’inizio di tutte le partite ufficiali in programma nel fine settimana. Prima dell’inizio delle partite, d’intesa tra Figc e Lega Serie A, lo speaker dello stadio leggerà un testo per la pace: “Il calcio italiano unito scende in campo per la pace. La guerra non è la soluzione per risolvere i dissidi. Il posticipo del calcio d’inizio delle gare in programma questo fine settimana rappresenta un segnale concreto di grande preoccupazione per la crisi in corso e di forte sensibilizzazione per promuovere il dialogo in Ucraina. Il calcio non fa politica, ma reclama a gran voce la pace”.
Non solo il mondo dello sport si mobilita: l’Ebu (European broadcasting union), che organizza l’Eurovision song contest, in programma a maggio a Torino, ha infatti deciso che nessun artista russo sarà ammesso.
di Claudio Maddaloni