MILANO – Creare valore per Tim e i suoi azionisti e rompere un tabu, con il via alla separazione della rete e la fine dell’ integrazione verticale. E’ la strategia che il ceo Pietro Labriola, ha messo nel piano industriale 2022-24, il primo che ha firmato. Abbiamo detto che “siamo disposti a perdere l’integrazione verticale”, diversamente dal passato, ha spiegato alla comunità finanziaria il manager, che succede a Luigi Gubitosi. E questo il giorno dopo che il cda dell’ex monopolista ha approvato i conti 2021, con 8,7 miliardi di perdite, e il nuovo piano che “si pone come obiettivo la creazione di una nuova TIM con solide basi industriali e tecnologiche, capace di accelerare il percorso verso una generazione sostenibile di flussi di cassa, grazie anche al superamento dell’attuale modello di integrazione verticale”.
L’ex monopolista, che sta “giocando un ruolo da front runner nel settore delle Tlc” si fa in due: da una parte ServiceCo, che racchiuderà i servizi, dall’altra NetCo, dove far convergere la rete secondaria che dalle strade sale nelle case, e oggi racchiusa in Fibercop. Una volta completata la separazione, gli asset di rete dell’ex Telecom dovrebbero fondersi con Open Fiber, per dare vita alla rete unica a controllo pubblico, tramite Cassa Depositi e Prestiti,socio di Tim.
Sul progetto di Rete Unica, Labriola ha affermato che Open Fiber “potrebbe essere il partner più interessante” per Tim, ma sta a Cdp fare le analisi del caso per vedere quali sono le efficienze”.
L’Ad di Tim, in merito all’offerta vincolate presentata da Ardian per il 30,2% del capitale di INWIT, già valutata positivamente dal consiglio di amministrazione, dice che “prevediamo di arrivare al closing definitivo anche attraverso tutti i passaggi autorizzativi per giugno”. L’operazione “è un importante step” nell’ambito del progetto di “razionalizzazione della struttura di capitale”.
Dopo tanti rumors su Kkr, su che ne sarà della sua opa, una risposta al fondo non è arrivata ancora dal board. Il ceo di Tim ha parlato della proposta di Kkr, smentendo “categoricamente” proprio altri rumors, voci che parlavano di un incontro con i rappresentanti del fondo Usa. “Nessuna interlocuzione da parte di Tim con Kkr sulla possibilità di rinunciare alla manifestazione di interesse e per un affiancamento nel progetto di rete unica”, assicura. L’unica interlocuzione – ha detto– è stata su Fibercop”.
Sempre parlando dell’ offerta del fondo americano, Labriola ha spiegato il ragionamento su quel valore di 0,505 euro. “La manifestazione di interesse di Kkr sembra valorizzare gli asset del gruppo” Tim “in modo simile a quello che abbiamo proposto noi” nel nuovo piano industriale 2022-2024 “tramite la separazione della rete, la disintegrazione verticale e la valorizzazione degli altri asset. Se loro lo fanno esternamente vuol dire che intravedono in questa modalità valore maggiore di zero. Se intravedono in questa modalità una creazione del valore è probabile che questo possa esserci se lo facciamo internamente”.
“E non vuol dire fare cose diverse nel business, dobbiamo accelerare la copertura della rete Ftth, sviluppare il settore dei grandi clienti e continuare a puntare sul cloud”, ha tenuto a precisare.
Pensiamo di arrivare prima della semestrale a fare un Tim market day – dice il ceo – per presentare al mercato finanziario quelli che sono i numeri e partner finanziari e industriali che ci potrebbero accompagnare nel percorso”. Numeri che il colosso delle tlc vuole migliorare nei prossimi mesi, “tornando al dividendo quando ci saranno i risultati” previsti dal piano industriale.
Intanto il giorno dopo i conti e dopo il piano i mercati non danno una buona risposta: il titolo Tim ha registrato un pesante calo: ha chiuso a piazza Affari a -14%dopo non avere fatto prezzo in apertura.
LaPresse