ROMA – “L’invasione russa è uno spartiacque per l’Europa” e peserà su inflazione, attività economica, fiducia e commercio ma la Bce non cambia rotta e conferma la riduzione degli acquisti, mentre lascia i tassi invariati. Al termine di una riunione del Consiglio direttivo segnata da “discussioni intense” e “posizioni diverse” la numero uno dell’Eurotower, Christine Lagarde, si presenta ai giornalisti con una spilla dell’Ucraina ben appuntata e la consapevolezza che la ripresa sarà rallentatata dalla guerra e che “i rischi per le prospettive economiche sono aumentati sostanzialmente e sono rivolti verso il basso”. La crescita del Pil è già stata rivista al ribasso al 3,7% nel 2022 mentre l’inflazione “è stata rivista al rialzo in modo significativo l’inflazione annua al 5,1% nel 2022, al 2,1% nel ’23 e all’1,9% nel ’24. L’inflazione esclusa l’energia dovrebbe raggiungere una media del 2,6% nel 2022, all’1,8% nel ’23 e dell’1,9% nel ’24, anch’esse in aumento rispetto alle proiezioni di dicembre.
Una situazione di incertezza che non ha distolto la Bce dalla roadmap di uscita dagli stimoli straordinari, decisione che ha spaventato le Borse, anche se Lagarde ha spiegato che “Le decisioni che stiamo predendo oggi sono la continuazione logica delle decisioni di dicembre, delle comunicazioni di febbraio, e siamo su questo cammino guidati dai dati e dal nostro mandato che è la stabilità dei prezzi. Noi parliamo di normalizzazione perché abbiamo a che fare con un’inflazione alta, abbiamo aggiunto flessibilità per rispondere in modo agile”. Intanto, “sulla base della sua valutazione aggiornata e tenendo conto del contesto incerto, il Consiglio direttivo ha rivisto oggi il programma di acquisto App per i prossimi mesi – si legge nella nota – Gli acquisti netti mensili nell’ambito dell’App ammonteranno a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno”. E se “i dati in arrivo supportano l’aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno anche dopo la fine degli acquisti netti di attività” il Quantitative easing vedrà la parola fine nel terzo trimestre. Resta confermato lo stop agli acquisti netti di attività nell’ambito del Pepp alla fine di marzo 2022, e invariati i tassi: eventuali adeguamenti, spiega il comunicato finale, avverranno qualche tempo dopo la fine degli acquisti netti del Consiglio direttivo nell’ambito dell’App e saranno graduali. ” Può significare una settimana o qualche mese”, spiega Lagarde, assicurando: “non siamo guidati dai tempi ma dai dati”. E in ogni caso, si legge ancora nella nota, “il percorso continuerà a essere determinato dalle indicazioni prospettiche del Consiglio direttivo e dal suo impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al 2% nel medio termine”.
Tornando al conflitto, la Bce “garantirà condizioni di liquidità regolari e attuerà le sanzioni decise dall’Unione Europea e dai governi europei” e “prenderà tutte le misure necessarie per adempiere al mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria”. Non ci sono al momento problemi per la liquidità, assicura il vicepresidente De Guindos spiegando che comunque l’attenzione sui mercato resta alta: ” “La Russia è importante per il mercato energetico ma in termini di esposizione dell’Europa non è molto rivelante, anzi è piuttosto limita, quindi la situazione non è assolutamente paragonabile a quanto accaduto all’inizio della pandemia”.
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