MILANO – Sergio Mattarella torna sul tema giustizia, dopo il monito sulla necessità di un profondo rinnovamento del sistema lanciato alla politica nel suo discorso di insediamento alle Camere in occasione della sua rielezione al soglio del Quirinale. E lo fa in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, in un messaggio di saluto inviato alla presidente del Cnf, Maria Masi. “L’amministrazione della giustizia, efficace e tempestiva, è una condizione essenziale per il successo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, sottolinea il Capo dello Stato. Parole che il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, condivide nel suo discorso all’Auditorium del Maxxi, andando sulla stretta attualità: la riforma del Consiglio superiore della magistratura. “Necessaria e non procrastinabile”, è il messaggio del guardasigilli, un intervento quindi volto a “rafforzare la credibilità e l’autorevolezza di un organo costituzionale”, il Csm, “sfregiato da scandali che hanno contribuito a far perdere la fiducia dei cittadini verso la giustizia e la magistratura”.
Da qui il lavoro del Governo, insiste Cartabia, in questi giorni impegnato in “un’opera di cesello attraverso un serrato confronto con le forze politiche”, per arrivare un testo condiviso il prima possibile, in vista del rinnovo a luglio di Palazzo dei Marescialli.
Le parole di Cartabia e Mattarella arrivano all’indomani della riunione di maggioranza dove il sottosegretario Francesco Paolo Sisto ha rimandato al mittente alcune proposte di modifica avanzate dai partiti che sostengono l’esecutivo di Mario Draghi. Con il rinvio all’11 aprile, il testo rischia di arrivare tardi per l’appuntamento di luglio con scogli tutti ancora da superare: quello del sorteggio temperato come soluzione per attenuare il peso delle correnti – sul quale insistono Lega e Forza Italia -, la responsabilità civile dei magistrati e il divieto per i Parlamentari di diventare membri togati del Csm, sostenuto da Azione.
Durante l’incontro a Montecitorio, Cartabia ha avvertito infatti i partiti sul rischio di incostituzionalità che riguarderebbe in particolare proprio il sorteggio temperato e quello della responsabilità civile. Rischio che il Governo non intende correre.
Una nuova riunione, questa volta alla presenza del guardasigilli, è stata convocata al ministero per lunedì pomeriggio. L’ipotesi, da quanto filtra, è in quella sede si inizi a discutere di temi non divisivi, lasciando ‘decantare’ le criticità per poi arrivare a una sorta di compromesso. Fonti del Pd si dicono fiduciose sulla possibilità di arrivare a una sintesi e che le proposte del centrodestra possano essere ritirate. L’obiettivo resta quello di varare la riforma entro maggio, nonostante lo slittamento all’11 aprile dell’approdo del testo alla Camera e la valanga di 700 emendamenti depositati. Ferma, invece la posizione di Lega e Forza Italia. Sul sorteggio temperato “nessun passo indietro” afferma il capogruppo azzurro in commissione Giustizia Pierantonio Zanettin. “Si discuta di tutto, ma non ci siano argomenti tabù”, avverte da parte sua il capogruppo della Lega in commissione, Roberto Turri.
di Silvia Egiziano