TORINO – Pierluigi Bersani non ha dubbi. Aiutare gli ucraini a difendersi è giusto. Perché “il revanscismo imperiale di Putin ha scatenato una guerra di aggressione e ha aperto il vaso di Pandora di violenze e barbarie di ogni genere”, afferma in un’intervista a La Stampa. Ci sono evidenze di crimini di guerra.
“Che vanno sanzionati. Il problema è capire quale sia la sede di giurisdizione per farlo. Non mi pare utile evocare Norimberga perché fa pensare alla Shoah e a venti milioni di russi morti: questo può solo attizzare il nazionalismo russo”. Per quanto riguarda l’invio di armi “credo sia assolutamente giusto aiutare ad aiutarsi un Paese aggredito: con interventi umanitari, con sanzioni e anche con aiuti militari. La domanda da porsi però è un’altra: perché lo facciamo? Perché l’Ucraina stia in piedi in vista di un cessate il fuoco, di un negoziato, di un compromesso, e per prepararci a un dopo che sia un futuro di sicurezza reciproca e di pace? O perché la guerra duri fino a vedere chi è il vincitore e chi è il vinto? Per poi magari predisporci a trent’anni di guerra fredda?”.
‘È giusto arrivare al 2% di Pil di spese per la Difesa?’ “Si è fatta una polemica con scarso costrutto in cui si è risolto il tema ovvio e non si è affrontato quello necessario. Era ovvio che avremmo diluito questo impegno. Il problema però è: se in quest’occasione non impostiamo un meccanismo di difesa europeo a partire come dice Prodi dalla cooperazione rafforzata tra i 4 Paesi principali, aspettando che gli altri arrivino, non lo faremo mai più. È lì che dobbiamo misurare risparmi e spese”.
(LaPresse)