NAPOLI (Anastasia Leonardo) – Il Pd campano pratica la legge del taglione. Ad uno sgarbo si risponde con un altro sgarbo e chi pesta i piedi ad un capocorrente avversario deve munirsi di scarponi antinfortunistici. La dinamica è evidente in queste giornate di lotta nata dalla necessità di eleggere un nuovo segretario regionale dopo le dimissioni di Leo Annunziata. Il primo problema è nato con la consapevolezza di dover sostituire un centinaio di componenti dell’assemblea regionale deputata a eleggere il segretario. Problema risolto ieri con la commissione regionale di garanzia che ha preso atto della delibera nazionale e ha chiesto alle federazioni provinciali l’elenco delle iscrizioni dal 2019 al 2021, ricordando che “il quorum per la validità della seduta dell’assemblea regionale va calcolato sul numero dei componenti l’assemblea regionale originariamente eletta nel 2019, così come un organismo assembleare decade se la maggioranza assoluta dei suoi componenti non sia più in carica. I componenti decaduti o dimessi non causano l’abbassamento del quorum”. Stando a voci di partito il quorum ad oggi potrebbe essere raggiunto anche ad assemblea non completa, ma basterebbe l’assenza di pochissimi componenti per mandare tutto a carte 48. Al momento continua lo scontro tra due fazioni. La prima è quella che sostiene Stefano Graziano come segretario campano e vede nel governatore Vincenzo De Luca, nel figlio nonché deputato Piero, nel capogruppo in consiglio regionale Mario Casillo e addirittura nel segretario nazionale Enrico Letta i suoi punti di riferimento. Sulla carta quest’area è maggioritaria, ma nei fatti l’asse composto dal deputato Umberto Del Basso De Caro, dal presidente del parlamentino campano Gennaro Oliviero e dalla componente della direzione nazionale Camilla Sgambato è riuscita a creare scompiglio presentando ricorso e chiedendo una discussione assembleare democratica anche sul nome del successore di Annunziata. I tre da soli non avrebbero avuto i numeri per boicottare l’elezione di Graziano, ma col passare dei giorni si è scoperto che anche chi si dichiarava neutrale nei fatti non lo era. Sembra essere il caso dell’area che fa capo al deputato Lello Topo rafforzata dal consigliere regionale Loredana Raia, lo stesso vale per la componente dall’area Orlando che è quella finita nell’occhio del ciclone più delle altre poiché il segretario del Pd Napoli Marco Sarracino, inizialmente poco interessato ad intromettersi nella lotta tra capibastone, al momento viene indicato dai dem ‘inciucioni’ come il principale oppositore di Graziano. Da qui il problema sollevato rispetto alla verifica degli iscritti di Napoli che inizialmente riguardava solo la federazione di Caserta e l’istanza della commissione di garanzia regionale di “richiedere, acquisendole agli atti di questa CRG, le anagrafi degli iscritti degli anni 2019-2020-2021 di tutte le federazioni provinciali nonché l’elenco completo dei membri dell’assemblea regionale originariamente eletti nel 2019 per espletare, nella successiva seduta, la verifica di legittimità statutaria della composizione dell’Assemblea regionale del Pd in carica, accertando la continuità dell’iscrizione di tutti i membri dell’Assemblea regionale negli anni 2019, 2020 e 2021”. Sempre stando a voci di partito Letta sarebbe infastidito dalla situazione campana e dalla richiesta ormai chiara degli oppositori di Graziano: “Se si cambia nome si può ottenere l’unanimità, altrimenti si va verso il commissariamento”. Letta ha lanciato dunque il suo ultimatum. Altrimenti commissaria tutto ed anche Napoli rischia di finire nel calderone.
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