ROMA – “Siamo una carovana per fare la guerra”. Così parlava, intercettato, il boss Vincenzo Alvaro, arrestato nell’ambito dell’operazione coordinata dalla procura di Roma che ha portato a 43 arresti.
L’ok al ‘lavoro’ a Roma dei due capi del gruppo, era arrivato direttamente dalla ‘casa madre’ di Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria. I 43 arrestati, 38 in carcere e 5 ai domiciliari, sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, detenzione di armi, spaccio, estorsione aggravata, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e truffa ai danni dello Stato.
A capo del gruppo c’erano i due boss, Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro. La loro, spiega chi indaga, era una duarchia autorizzata dalla famiglia a capo della ndrina di Cosoleto.
(LaPresse)