“Non può esservi opposizione tra impegno professionale, attività lavorativa e scelta di maternità. La Repubblica non può privarsi dei talenti della piena partecipazione femminile”. Il messaggio di buon senso, inviato in occasione di un evento pubblico nelle scorse ore, ha una firma sicuramente speciale, pesante, prestigiosa: quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che arriva a fugare, laddove ce ne fosse ancora bisogno, ogni perplessità: Elisabetta Franchi ha detto una serie di straordinarie, gigantesche, incredibili st…upidaggini.
Le parole del Presidente della Repubblica cascano a fagiolo in un momento in cui l’imprenditrice e stilista con un filotto di concetti ai limiti della legalità si è guadagnata la ribalta (e la collettiva indignazione). Dal lavorare 24 ore su 24, retaggio di una cultura votata al sacrificio introiettata in intere generazioni che però di quel sacrificio il bene certo non l’hanno visto, al preferire (una perla) l’assunzione di donne che – a 40 anni – hanno già compiuto (?) scelte fondamentali quali sposarsi, figliare ed eventualmente divorziare. Inutile sprecare altre parole – tante ne sono state scritte e sinceramente tante anche a sproposito (si veda LinkedIn) – sulle esternazioni della signora Franchi. Un tempo, quando certi incontri non avevano internet ad amplificarne la portata, le parole pronunciare sarebbero rimaste estemporanee e indiscutibili st…upidaggini volte a esaurirsi tra lo sdegno di pochi presenti poco consapevoli di cosa stanno ascoltando. Del resto, sarebbe funzionato così anche nel caso di quelli di quello studio legale che su LinkedIn festeggiavano con tanto di foto il “successo” di aver aiutato Gkn con “l’esubero” di 422 lavoratori. E potremmo portare altri esempi.
Nel villaggio globale le persone usano – e abusano – del canale digitale per raccontare senza sosta propri successi e virtù (ne parlavo la scorsa settimana con il famoso psicologo Bernardo Paoli, esperto di disturbi narcisistici, per un lavoro giornalistico che ho svolto per F-Mag) e in questo gioco di marketing incessante, continuo e costante la ribalta trasforma la grancassa in un megafono che può raggiungere 62 milioni di persone. Conosciamo, più o meno, il funzionamento della Rete e forse nemmeno ci sorprendiamo. Quello su cui volevo invece porre l’accento, tornando a un argomento a me caro e già affrontato qualche mese fa proprio su queste pagine, in un pezzo in cui stigmatizzavo la necessità degli italiani di trovarsi ad ogni costo degli eroi, è proprio il contraltare a Elisabetta Franchi. Si chiama Simone Terreni, è un noto scrittore, formatore, storyteller e per Forbes è nella lista degli imprenditori Top 100 italiani. Una persona che, certo, della sua immagine non è che se ne interessi poco. Terreni, di Montelupo Fiorentino, incarna proprio tutto quello che l’imprenditore vorremmo fosse: illuminato, spigliato, con quell’atteggiamento sempre al limite tra il “guarda che io ce l’ho fatta” e “ma resto comunque uno come te nonostante viaggio in prima classe Frecciarossa”. Ma, soprattutto, rispettoso di tutta quella serie di diritti dei lavoratori che i nostri nonni hanno combattuto per dare ai nostri padri affinché distruggessero tutto per consegnarci il mondo del lavoro di…fficile che viviamo oggi.
Simone Terreni ci ha tenuto a scrivere un suo personalissimo filotto rivolto a Elisabetta Franchi in cui, con argomenti ovvii alternati a frasi tipo dell’imprenditore illuminato set base (al servizio dei dipendenti, aiutare giovani madri è bello, i bambini non possono mai essere un problema etc.), blasta (per usare un altro termine virale che odio profondamente) la stilista. Nel tripudio del cosiddetto, famigerato e mai del tutto definito “popolo del web”.
Perché tutta questa attenzione verso Terreni? Semplice: poche ore prima dello straordinario exploit targato Franchi, Terreni ha assunto una donna già in gravidanza. I giornali (guarda un po’) l’hanno saputo e niente, è partito uno scroscio infinito di applausi nei confronti dell’imprenditore. I vessati lavoratori italiani, già stressati tra un mercato indecente e le varie esternazioni dei Borghese e Briatore di turno piccoli e grandi, hanno ora un nuovo eroe a cui fare riferimento. Sia ben chiaro, questo non è un pensiero contro Terreni che gode di tutta la mia stima e simpatia (per quanto se ne possa fare, sia chiaro anche questo). Ma siamo sicuri che sia utile, utile a tutti, utile al dibattito e utile all’Italia, trasformare l’assunzione di un talento – sebbene in gravidanza – come un atto di eroismo?
Se vogliamo affrancarci da una serie di zavorre che ancora oggi pesano sul mercato del lavoro italiano (si veda la corsa al ritorno in presenza dopo lo smartworking), applaudire fino a lesionarsi il palmo delle mani un imprenditore che ha voluto con sé un dipendente dall’alto potenziale nonostante la gravidanza vuol dire, di contraltare, sorprendersi ancora per cose che forse dobbiamo tutti sforzarci di assumere come ovvie, o quasi. Solo così possiamo iniziare a guardare oltre.