NAPOLI – La lunga notte dei coltelli nel centro storico. Tre ragazzi feriti in tre ore. E il Pellegrini si trasforma in un ospedale da campo. Ma ecco i fatti. Poco dopo le 22 viene accompagnato al pronto soccorso il primo con ferite da taglio. Ha sedici anni. Dice di essere stato avvicinato da diversi coetanei e improvvisamente uno lo ha colpito a una gamba in largo San Giovanni Maggiore con un oggetto appuntito (che non viene trovato). Un’ora più tardi nello stesso pronto soccorso giunge un 22enne, che abita nella zona. Insieme a due agenti della questura. Racconta che in via Montesanto è stato avvicinato e colpito con una lama da un coetaneo per futili motivi. Ferito a un avambraccio. Il taglio non è profondo, diranno i medici più tardi. Guarirà in pochi giorni. Ma la polizia non fa in tempo a raccogliere informazioni, che arriva una nuova segnalazione: in via Toledo è stato ferito un altro ragazzo, trasportato con una ambulanza al Cto. Anche lui aggredito per futili motivi vicino a un negozio. E pure lui un taglio a un braccio. Diciassette anni (prime cure all’ospedale dei Pellegrini). Nessuno è grave. Ma è stata una notte lunga per i medici del 118 e le forze dell’ordine: una emergenza dietro l’altra. Cosa è successo nel centro storico? Gli inquirenti non escludono nulla, nemmeno collegamenti tra le vicende. E sono in corso accertamenti che vanno in più direzioni. Con ogni probabilità si è trattato di discussioni per futili motivi, poi degenerate in aggressioni. Il vero problema è che oggi i ragazzini girino armati di coltelli e taglierini.
Gli agenti delle Volanti ieri notte hanno effettuato dei sopralluoghi nei punti indicati dai tre feriti, ma non hanno raccolto elementi utili alle indagini. Nessuna traccia per individuare gli aggressori. Ma non è un caso raro. Anzi, il fenomeno è diffuso. E ogni fine settimana la ‘movida’ diventa un bollettino di guerra, tra feriti e contusi.
Non si contano le risse e le zuffe tra adolescenti. In diversi quartieri: dal lungomare al centro storico, passando per Bagnoli e Posillipo.
Basta uno sguardo, una spinta per scatenare il parapiglia tra comitive di ragazzi. Un degenerazione sociale, che istituzioni, associazioni e parrocchie provano a fermare con interventi e progetti mirati. Il Covid ha isolato ancora di più gli adolescenti. E ha peggiorato non poco le cose.
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