ROMA – Un momento decisivo per l’Ucraina e per l’Unione europea. Così lo ha definito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accogliendo a Kiev la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, prima che la stessa Commissione dia il suo parare sulla richiesta di adesione del Paese all’Ue. La risposta di Bruxelles è attesa entro la fine della prossima settimana. Secondo Zelensky un “sì” alla richiesta “può diventare un sì alla domanda se ci sia un futuro per il progetto europeo”.
Il leader ha poi chiesto un settimo pacchetto di sanzioni contro Mosca e il blocco da parte di Bruxelles di tutte le banche russe, tra cui Gazprombank. La situazione sul terreno resta difficile per le truppe di Kiev che, secondo le autorità ucraine, hanno bisogno di più armi per resistere all’offensiva russa. Il presidente Usa Joe Biden, parlando a un evento di raccolta fondi dei democratici a Los Angeles, ha affermato che l’intelligence statunitense aveva informato Zelensky della prossima invasione di Mosca ma che il leader “non ha voluto ascoltare”.
Pronta è arrivata la risposta del presidente ucraino, tramite il suo portavoce, Sergei Nikiforov, il quale ha affermato che sono stati i partner dell’Ucraina a non voler ascoltare le richieste di sanzioni preventive contro la Russia avanzate da Kiev. Non solo. Il consigliere della presidenza Mykhailo Podolyak ha sottolineato che la situazione sarebbe stata probabilmente diversa se l’esercito avesse ricevuto armi pesanti già a gennaio.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, tornata a Kiev dopo due mesi dalla prima visita, si è detta “commossa e impressionata” dalla resilienza del popolo ucraino. Ha affermato che l’Ue aiuterà l’Ucraina nella ricostruzione attraverso una piattaforma che indichi la roadmap da seguire per far rinascere il Paese dalle ceneri. Il processo di ricostruzione “deve essere gestito completamente dall’Ucraina, quello che possiamo offrire come Commissione europea sono le competenze, l’esperienza nel gestire queste situazioni, gli investimenti e le riforme”, ha sottolineato la leader in conferenza stampa con Zelensky.
Riguardo alla richiesta di adesione all’Ue, von der Leyen ha sottolineato che l’Ucraina era già sulla strada giusta per entrare nel blocco di 27 Paesi prima dell’aggressione russa, ha parlato di un Paese con una democrazia solida, con istituzioni ben radicate e un’amministrazione funzionante, nonostante le circostanze. Dall’altro lato però ha ammesso che “c’è ancora tanto da fare” su alcuni temi come ad esempio la lotta alla corruzione o l’ammodernamento dell’amministrazione. Dopo aver incontrato i giornalisti, la presidente della Commissione ha fatto visita ai soldati feriti ricoverati in un ospedale della capitale. Secondo il governo di Kiev circa 10mila soldati ucraini sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio.
Intanto le forze armate di Mosca che occupano Melitopol, hanno iniziato a distribuire passaporti russi ai residenti. Lo ha riferito l’agenzia statale russa Tass, che in un post di Telegram ha citato un funzionario locale incaricato dalla Russia come fonte dell’informazione. Non ha specificato quanti residenti di Melitopol abbiano richiesto o ricevuto la cittadinanza russa. L’agenzia ha anche riferito che più di 800mila persone nei territori in mano ai separatisti filorussi nell’est dell’Ucraina avrebbero ricevuto la cittadinanza russa “attraverso una procedura semplificata” dall’aprile 2019.