“La nostra Regione e la salute della nostra gente sono in mano a incompetenti in malafede”. Sembra passato un secolo da quando il Movimento 5 Stelle dedicava parole di fuoco all’indirizzo del governatore De Luca, prossimo all’ennesima infornata di nomine nella sanità, e invece parliamo di poco meno di un lustro fa. Nel frattempo il partito è imploso, gli ideali su cui si fondava barattati col potere e la Ciarambino sta per entrare in giunta. Solo una cosa è rimasta uguale: il senso di quella frase.
I ruoli chiave nella gestione della sanità pubblica restano appannaggio esclusivo della politica, i direttori generali di Asl e ospedali, nonostante qualche timida proposta di legge contraria, continuano ad essere scelti per nomina diretta e per questo si sentono in dovere di rendere conto non all’utenza, ma a chi li ha piazzati sulla poltrona. Nel nostro caso specifico a De Luca. L’androne del Cardarelli è una spianata di malati in barella? Va tutto bene, è la portata ‘solita’ dell’ospedale più grande d’Europa. A Caserta non ci sono posti per i malati Covid? Benissimo, Maddaloni basterà a soddisfare le richieste di ricovero. I medici sono in balia del folle di turno che sfascia tutto perché si è stancato di aspettare il suo turno? Pazienza, sono i rischi del mestiere.
Qualunque cosa accada nella galassia della sanità pubblica campana non troveremo mai un solo manager – che per contratto dovrebbe far funzionare il settore che gli è stato affidato – denunciare un disservizio. Men che meno alzare un polverone, in un’Italia che ormai risolve i problemi solo se si accende la luce dei flash. Assuefatti, rassegnati, impotenti? Macché! Dolosamente e utilitaristicamente silenti. Del resto, a chi conviene dichiarare che qualcosa che dipende da lui/lei stesso non funziona, col rischio di perdere la poltrona e uno stipendio da 150mila euro l’anno? Va tutto bene, madama la marchesa, signorsì. Tenete famiglia pure voi, certo, cari dg. Meglio una barella in più che un premio di produzione in meno. Tanto là fuori a combattere nell’inferno dei pronto soccorso ci stanno i medici senza i gradi, gli infermieri semplici e gli oss, quelli che fanno tre turni di fila senza riposo, quelli che fanno il lavoro sporco mentre voi manager state seduti sulle poltrone di pelle umana. Quelli che davvero onorano il giuramento di Ippocrate che, non a caso, al primo punto, prescrive ai novelli camici bianchi di “di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento”. Un concetto che un manager nominato dalla politica non potrà mai comprendere.
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