MILANO – “Se le cose restano come sono oggi, Mario Draghi mercoledì rassegnerà le sue dimissioni davanti al Parlamento. E tra giovedì e venerdì, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le Camere”. In una intervista a la Stampa, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio evidenzia che se Draghi dovesse andare a casa, all’orizzonte si profilerebbero problemi per tutti gli italiani.
“Aumenteranno i tassi dei mutui per comprare casa. Salterà qualsiasi riforma dell’Irap e per le semplificazioni. Non potremo contrastare l’inflazione riducendo l’Iva sui prodotti di prima necessità, riformare gli enti locali, portare in fondo il ddl concorrenza, che è uno degli impegni Pnrr – afferma – Così come la riforma del fisco. E dimentichiamoci il Superbonus perché non lo rifinanziamo e non potremo sbloccare il credito, gettando sul lastrico molte aziende. Anche la siccità sarà un problema delle imprese e degli agricoltori, che saremo costretti a lasciare soli”.
“Se Draghi restasse in carica per gli affari correnti dovrebbe affrontare le emergenze dell’autunno con una pistola scarica. Anche se si votasse a fine settembre, servirebbero tre settimane per la formazione delle Camere, almeno altre due per il governo – aggiunge – Arriveremmo a novembre e l’autunno passerebbe senza che le Camere possano votare decreti emergenziali e senza la programmazione economica della legge di Bilancio. Anche ai tavoli europei sul Pnrr sarebbe una situazione incresciosa e pericolosa”.
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