ROMA – Paura per il reporter italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito in Ucraina in seguito all’esplosione dell’auto sulla quale viaggiava. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russa, il veicolo sul quale si trovava Sorbi è saltato in aria a causa di una mina posizionata dalle forze armate ucraine. A rassicurare famigliari e amici sulle proprie condizioni è stato lo stesso reporter con un post su Facebook. “Sto bene e sono al sicuro”, ha scritto Sorbi, che ha ringraziato tutti per “la solidarietà e l’affetto ricevuti”. Nell’esplosione del veicolo sul quale viaggiava Sorbi è rimasto ucciso il conducente. Il ministero della Difesa russo ha spiegato che l’autista è morto sul colpo, aggiungendo che sono stati i militari russi a prestare i primi soccorsi al giornalista italiano, tirandolo fuori dall’auto in fiamme per poi metterlo al sicuro in attesa dell’arrivo dei servizi di emergenza. Secondo Mosca, Sorbi è rimasto ferito nell’ambito di una “provocazione” da parte dell’Ucraina, che intendeva far ricadere la colpa sulle truppe russe e avere così una vasta eco sui media internazionali.
Intanto per l’Ucraina e per altri 18 paesi vicini, sono arrivate notizie importanti dagli Stati Uniti. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che si è recato a Kiev per una visita fuori programma, ha annunciato nuovi aiuti militari per un valore di oltre 2 miliardi di dollari per l’Ucraina e gli altri paesi europei minacciati dalla Russia. Il pacchetto di aiuti annunciato da Blinken si somma a quello annunciato, per la sola Ucraina, dal segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin all’apertura dell’incontro del ‘Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina’ presso la base aerea di Ramstein in Germania, che prevede la fornitura di armi pesanti, munizioni e veicoli corazzati per un totale di 675 milioni di dollari.
E’ allarme, invece, per la denuncia fatta dalla vice-ambasciatrice ucraina presso le Nazioni Unite, Khrystyna Hayovyshyn, che ha dichiarato al Consiglio di sicurezza dell’Onu che migliaia di cittadini ucraini vengono deportati con la forza in “regioni isolate e depresse della Siberia e dell’estremo oriente”. Secondo Hayovyshyn sono circa 2,5 milioni, inclusi 38.000 bambini, le persone che sono state ‘espulse’ con la forza dal paese nell’ambito di un programma di ‘filtraggio’ da parte della Russia che prevede anche torture e uccisioni. Durante il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è intervenuto anche l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente per l’Italia, che ha ribadito l’importanza di vietare “i trasferimenti forzati di civili, indipendentemente dal motivo”.
Di Mattia Mallucci