NAPOLI – Il cambiamento climatico è una minaccia concreta. Lo raccontano dei immagini delle bombe d’acqua, dei campi messi in ginocchio dalla siccità, dei ghiacciai che stanno scomparendo. Il clima si sta tropicalizzando, le temperature continuano a salire e i danni si ripercuotono sull’ambiente e anche sulla salute umana. Si può morire “di clima”.
A NAPOLI
Secondo i dati del report (aggiornato al 15 agosto) del Sistema HHWW e della sorveglianza della mortalità associata alle ondate di calore (fonte Ministero della Salute) elaborati da Legambiente, nel mese di luglio l’eccesso di mortalità nella città di Napoli è stato del 26% ed ha interessato tutte le classi con età superiore a 65 anni. Per la città di Napoli sono state evidenziate 6 giornate da bollino rosso caldo intenso e 10 da bollino giallo con una temperatura superiore alla media di periodo di circa 2,5 °C. Anche durante la prima metà di agosto la mortalità è stata superiore al valore atteso con un +19% per la città di Napoli e ben 11 giornate da bollino giallo.
IN CAMPANIA
Nelle altre città della regione la situazione non migliora: trombe d’aria, ondate di calore, forti siccità e grandinate sono in forte aumento e colpiscono soprattutto le aree urbane, causando danni ai territori e rischi per la vita dei cittadini. Stando ai dati aggiornati dell’Osservatorio Città Clima curato da Legambiente in Campania nel 2022 finora sono stati registrati 8 eventi estremi di cui tre tra Salerno e provincia, due nella provincia di Napoli, uno nella provincia di Avellino, uno in quella di Benevento e uno in quella di Caserta. Di questi sei sono legati a fenomeni di precipitazione intensa e due, invece, sono dovuti al forte vento. Dal 2010 in Campania sono stati registrati ben 90 eventi estremi di cui 21 solo a Napoli. Nel dettaglio si tratta di 30 eventi di allagamenti da piogge intense, 28 danni da trombe d’aria, 15 danni ad infrastrutture da piogge intense, 4 da esondazioni fluviali e frane da piogge intense e 5 danni dovuti a forte mareggiate.
L’APPELLO DI LEGAMBIENTE
“Non c’è più tempo da perdere – dichiara Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente – le estati torride potrebbero essere sempre più frequenti. Le ondate di caldo possono essere mortali, soprattutto per le persone più vulnerabili come neonati, anziani e soggetti con malattie croniche. Servono da subito strategie politiche coerenti per combattere il climate change a partire dall’ aggiornare e approvare entro fine anno il piano nazionale di adattamento alla crisi climatica, in stand by dal 2018, praticare serie politiche territoriali di prevenzione del rischio idrogeologico, con una legge nazionale contro il consumo di suolo e interventi di delocalizzazione, e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone”.
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