NAPOLI – Giustizia sociale e climatica per riqualificare i territori. Ricorre quest’anno la trentesima edizione di Puliamo il Mondo, campagna nota in tutto il globo con il nome di Clean up the World, un’iniziativa nata spontaneamente sotto i principi di rispetto per l’ambiente e solidarietà. Legambiente ha promosso e implementato la rigenerazione di siti urbani e periurbani sottratti alle comunità locali dal degrado e dall’abbandono di rifiuti. Abbiamo costruito territori di pace, dove giustizia ambientale significa anche giustizia sociale. Riappropriasi e riqualificare uno spazio pubblico tramite la transizione ecologica, restituendolo agli abitanti in un clima di dialogo e inclusione delle frange più emarginate della popolazione, è un grande gesto di giustizia sociale. Luoghi in cui i diritti e l’accoglienza non sono negati a nessuno, che sia in fuga da una guerra, dagli effetti dei cambiamenti climatici o semplicemente in cerca di un futuro migliore.
Quest’anno l’appuntamento in tutta la Penisolaè oggi e domani. Motto di questa edizione sarà “Trent’anni di Puliamo il Mondo per un clima di pace” per sottolineare l’importanza delle comunità fautrici di una società che promuove la pace e il rispetto della diversità, rifiutando la guerra, ogni forma di pregiudizio, violenza, odio e discriminazione. In Campania tantissimi appuntamenti che vedranno impegnati centinaia di di volontari tra studenti, amministrazioni comunali, realtà aziendali e associazioni. In questa trentesima edizione, Legambiente torna a denunciare il problema dei rifiuti abbandonati che non risparmia neanche i parchi urbani. A parlar chiaro i dati della nuova indagine park litter 2022: sono 4.841 rifiuti raccolti e catalogati da 40 volontari di volontari di Legambiente nei 14 transetti eseguiti in altrettanti parchi urbani di 5 città ((Napoli, Avellino, Succivo, Sant’Arpino e Pozzuoli), circa 3,45 rifiuti ogni metro quadrato monitorato. Raggruppati per categorie di materiali, i rifiuti dispersi nei parchi sono per il 64,1% di polimeri artificiali (plastiche) per un totale di 3.102 rifiuti, per il 19,6% di carta e cartone (948 rifiuti), per il 5.2% di metallo (254) e per il 5.2% di vetro e ceramica (251). La restante percentuale di rifiuti (5,9%) è composta da rifiuti in gomma, materiale organico, legno trattato, tessili, bioplastica e materiali misti e RAEE.
In dettaglio a farla da padrone i mozziconi di sigarette che rappresentano il 40,8% dei rifiuti raccolti (1.977 su 4.841 totali), seguiti da frammenti di carta (637 pezzi trovati pari al 13,2% del totale), Sacchetti di patatine e dolciumi e caramelle (289, il 6%), Tappi e coperchi di plastica e anelli di tappi (1.838, il 5,7%), pezzi non identificabili di plastica (237, il 4,9%), e Bottiglia di vetro (e pezzi di bottiglia) (182, il 3,8%). Per quanto riguarda i DPI (dispositivo di protezione individuale), le mascherine sono state ritrovate in 2 dei 14 parchi monitorati (14% dei parchi) mentre i guanti in 1 dei 14 parchi. Per quanto riguarda i mozziconi di sigarette, il parco in cui sono stati monitorati il maggior numero è ad Avellino nel Parco di Nunno, con 1.017 mozziconi; seguito da Pozzuoli in Villa Avellino con 621 e dal Parco pubblico “Vasca Castellone” a Succivo con 160 mozziconi. “Eppure- – spiega Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – le aree verdi pubbliche rendono da sempre servizi strategici alle nostre città per resistere all’aumento delle temperature, migliorare la qualità dell’aria, per le relazioni sociali. Allo stesso tempo risultano essere le cenerentole dei bilanci pubblici, mancano le risorse per la manutenzione, la gestione, la sicurezza e spesso sono abbandonate o chiuse”.
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